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L'OSPITEUna riforma fondata su tre aspetti inaccettabili

10.07.19 - 17:00
Movimento per il socialismo (MPS)
Tipress (archivio)
Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi (MPS).
Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi (MPS).
Una riforma fondata su tre aspetti inaccettabili
Movimento per il socialismo (MPS)

Il Movimento per il socialismo (MPS) ha preso atto del messaggio presentato oggi dal governo (unanime) relativo all’adeguamento della Legge tributaria cantonale alla RFFA approvata lo scorso 19 maggio e ad altre misure fiscali di carattere cantonale.

Le misure presentate oggi costituiscono una manovra politica fondata su tre aspetti per noi inaccettabili.

1.La implementazione a livello cantonale degli sgravi fiscali approvati con la RFFA. Già di per sé non possiamo certo condividere, a livello cantonale, proposte che abbiamo combattuto a livello federale (l’MPS è stata la principale forza di opposizione alla RFFA a livello cantonale al momento del referendum); val la pena tuttavia aggiungere, proprio a conferma degli orientamenti che hanno prevalso nelle scelte del governo (e dei partiti che vi sono rappresentati), il fatto che gli spazi a disposizione del Cantone nel processo di implementazione sono stati utilizzati al massimo delle possibilità di sgravio (150% per la ricerca, 90% per l'utile dei brevetti e 70% sgravi cumulati).

2. Anche le misure cantonali vanno nella stessa direzione e confermano gli orientamenti già seguiti con la riforma fiscale del 2018, approvata in votazione popolare per poche centinaia di voti. Oltre al previsto sgravio fiscale sull’utile delle persone giuridiche (con la prospettiva di introdurre la doppia aliquota a livello comunale – persone fisiche e persone giuridiche – con, a termine, la nascita di veri e propri mostruosi paradisi fiscali comunali per le persone giuridiche), viene ripresa e rilanciata la diminuzione del moltiplicatore cantonale per le persone fisiche, concedendo uno sgravio del 2%. Quest’ultima misura va combattuta non solo per la logica che vi è alla base della stessa, ma perché si tratta di un costosissimo spot di propaganda politica che non porterà alcun giovamento materiale tangibile, né a chi paga molte imposte, né a chi ne paga poche. Tuttavia, così facendo, si gettano letteralmente nel cesso (ci scusiamo per l’espressione che tuttavia rende bene l’idea) circa 30 milioni di franchi l’anno, che potrebbero raddoppiare se la misura venisse poi, come ipotizzato, ulteriormente riproposta e rafforzata passando dal 2 al 4%. Se il governo non sa come utilizzare 30 milioni siamo pronti a fornire una lista di compiti urgenti e importanti.

3. Infine, complessivamente, la manovra si inserisce in quel progetto di defiscalizzazione a favore di imprese e di ricchi contribuenti che le forze governative federali e cantonali conducono ormai da molti anni. Basti pensare che la manovra oggi presentata avrà, a regime, un impatto (su Cantone e Comuni) di circa 150 milioni di franchi di minori entrate. Tutto questo in un contesto nel quale emergono con sempre maggior forza e drammaticità emergenze sociali fortissime. Basti pensare, per non fare riferimento alla cronaca recente, al numero sempre crescente dei lavoratori con più di 50 anni che rimangono esclusi sia dal mercato del lavoro che da forme di sostegno sociale. Senza dimenticare la ormai cronica situazione sul terreno occupazionale e sui livelli, sempre in diminuzione, di salari e redditi.

Per tutte queste ragioni l’MPS combatterà questo progetto di riforma fiscale sia in Parlamento, sia cercando di suscitare una mobilitazione sociale tra i salariati di questo cantone. Se necessario, evidentemente, si ricorrerà al lancio del referendum.

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