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L'OSPITETicino family-friendly grazie alla riforma fiscale e sociale

05.01.18 - 13:18
di Raoul Ghisletta, granconsigliere PS
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Ticino family-friendly grazie alla riforma fiscale e sociale
di Raoul Ghisletta, granconsigliere PS

Grazie al rafforzamento dei mezzi destinati agli asili nido e ai doposcuola dalla riforma fiscale e sociale il Ticino andrebbe ai primi posti in Svizzera: e questo è vero soprattutto dopo che il Parlamento, su impulso dei parlamentari PS, ha introdotto nella legge famiglie la norma che prevede un finanziamento pari a 2/3 dei costi di tali strutture, il che lascia quindi a carico delle famiglie solamente 1/3 dei costi, come chiesto dall’iniziativa popolare “Asili nido di qualità per le famiglie” del Sindacato VPOD. A titolo di paragone, i criticabilissimi sgravi di Vitta portano il Ticino nella media svizzera dell’imposizione fiscale dei ricchi e delle aziende, e non ai primi posti. Il lavoro parlamentare peraltro non è terminato e dovrà esser ripreso in caso di accettazione della riforma fiscale e sociale da parte del popolo: in tal caso la Commissione scolastica dovrà occuparsi della revisione qualitativa della legge per le famiglie, ultimando il controprogetto alla citata iniziativa popolare.

Contrariamente ai pacchetti di sgravi fiscali II-IV varati all’epoca di Marina Masoni, tra destra e sinistra nella riforma fiscale e sociale c’è stato un intenso lavoro per giungere a controproposte sociali valide, finanziate esclusivamente dalle aziende: misure che rafforzano gli asili nido e dei servizi extrascolastici, che abbassano le rette delle famiglie, che aiutano le famiglie con invalidi a carico, che consolidano i consultori per la parità dei sessi e che sostengono anche le famiglie nel primo anno di vita del figlio (in particolare le famiglie monoparentali e le famiglie biparentali con redditi medio-bassi che optano per un congedo o per una riduzione del grado d’occupazione). Inoltre si valorizzerà finalmente la professione delle educatrici e operatrici negli asili nido e nei servizi extrascolastici, oggi spesso sottopagata: un passo fondamentale per una categoria di lavoratrici sfavorita! Il grande miglioramento della conciliazione famiglia-lavoro in Ticino è finanziato da un prelievo dello 0,12%-0,15% della massa salariale a carico dei datori di lavoro, che non stravolgerà l’economia. La riforma sociale non sarebbe mai stata così buona, se non ci fosse stato l’impegno dei riformisti socialisti nelle istituzioni! Il consigliere di Stato socialista Manuele Bertoli alla conferenza cantonale PS del 17 dicembre ha indicato come la controproposta sociale allo sgravio fiscale sia stata portata, grazie ai suoi interventi in Governo, da 8 a 21 milioni di franchi annui.

Ora, evidentemente, come hanno deciso 95 militanti nella citata Conferenza cantonale PS, si può buttare all’aria tutto l’accordo sulla riforma fiscale e sociale per sacrosanti principi socialisti. Non si neghi però il grande lavoro dei socialisti in Governo e in Parlamento sulla parte sociale della riforma e anche un po’ su quella fiscale: certamente la parte fiscale sarebbe uscita appesantita dal Parlamento, se non ci fosse stato l’accordo. E non si illuda i cittadini che tanto la riforma sociale resterà tale quale, se vince il referendum contro la parte fiscale. Evidentemente far cadere l’accordo politico sulla parte fiscale indebolirà o farà cadere del tutto la riforma sociale, che la maggioranza parlamentare di destra potrà annullare o rivedere al ribasso; ed ovviamente questo bloccherà anche il lavoro della Commissione scolastica.

Le cittadine e i cittadini ticinesi a fine aprile dovranno decidere se la riforma fiscale e sociale, cui hanno contribuito anche i socialisti nelle istituzioni, può essere accettata o no, in base ai loro principi e alle loro sensibilità. Essi dovranno decidere anche se la strategia giusta sul problema degli sgravi fiscale è quella del muro contro muro tra sinistra e destra, come negli anni passati. Il muro contro muro secondo me porta il rischio non solamente di dire addio ai grandi ed urgenti miglioramenti sul fronte della conciliazione famiglia-lavoro, ma anche di ritornare all’epoca dei pacchetti di soli sgravi fiscali, sapientemente confezionati con regali ad innaffiatoio per tutti e privi di reali contropartite sociali.

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