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UCRAINAL'artiglieria e l'orologio. Quanto possono reggere gli ucraini?

29.06.22 - 17:45
Quella nel Donbass è una guerra combattuta soprattutto a colpi obici e missili. E questo non favorisce le forze di Kiev.
Reuters
L'artiglieria e l'orologio. Quanto possono reggere gli ucraini?
Quella nel Donbass è una guerra combattuta soprattutto a colpi obici e missili. E questo non favorisce le forze di Kiev.

DONETSK - Quanto ancora potranno durare? La domanda si è fatta strada attraverso entrambi i lati del fronte in questi oltre quattro mesi di guerra in Ucraina.

Per quanto tempo i russi, con tutti i deficit logistici apparsi evidenti solo pochi giorni dopo aver varcato il confine e le pesantissime perdite rimediate - soprattutto nelle prime settimane di guerra -, potranno proseguire nell'offensiva? Per quanto tempo Kiev sarà in grado di respingere la pressione delle forze di Mosca, dovendo mettere a sua volta in conto i numerosi caduti e le incessanti richieste di assistenza militare ai suoi alleati? Nei mesi si sono avvicendate ipotesi, stime e tante possibili date.

L'unica realtà dei fatti è che dopo quattro mesi e sei giorni, si combatte. E l'orologio in questo momento sembra vedere in vantaggio le forze di Vladimir Putin, che con l'accorciamento del fronte può fare affidamento su linee di rifornimento logistiche più efficienti via rotaia - dal nodo ferroviario di Belgorod, oltre il confine a nordest dell'ex repubblica sovietica, e dalla Crimea. Al contrario, Kiev vive un momento più delicato. La recente "caduta" di Severodonetsk ha costretto gli ucraini a ridisegnare il proprio schieramento difensivo. Ma, soprattutto, esiste un problema concreto di rifornimenti ed equipaggiamento bellico.

Una guerra di artiglieria: potenza di fuoco e riparazioni
Le alte gerarchie ucraine, dal ministro degli Esteri Dmytro Kuleba fino al presidente Volodymyr Zelensky, si appellano quotidianamente ai Paesi occidentali chiedendo costantemente l'invio di nuove armi. E tutti questi armamenti, i loro rifornimenti e le strutture in cui questi vengono conservati, sono voci che finiscono ogni giorno nei bollettini del Ministero della Difesa russo. Ma la necessità di nuove armi va oltre al semplice bisogno di una maggiore potenza di fuoco e a quello di rimpiazzare quelle distrutte dai colpi sparati da Mosca.

La guerra che si sta combattendo nel Donbass è divenuta uno scontro di artiglieria. E l'utilizzo intensivo di questi armamenti si traduce in un certo grado di usura degli stessi. E in tempi brevi. Se ora il Cremlino può contare su linee rapide per effettuare riparazioni e ottenere pezzi di ricambio, lo stesso non accade per Kiev, che con ogni probabilità in questa fase si trova costretta a inviare al fronte tutto ciò che le arriva. E a farlo subito, non riuscendo a costituire un minimo di riserva. Si sommano poi ulteriori fattori. I costi, che non vanno mai dimenticati. Così come il fatto che alcune delle armi richieste da Kiev, in particolare quelle più moderne e dotate di una lunga gittata, non abbiano avuto seguito, probabilmente per il timore che queste possano, prima o poi, finire in mano ai russi.

Se qualche mese fa, tra analisti e militari, c'era quindi chi si diceva convinto che a Mosca restassero munizioni e rifornimenti solo per qualche giorno, la domanda oggi sembra essere un'altra. Per quanto ancora potranno reggere le forze di Kiev? 

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