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REGNO UNITOBacio con mano morta: è bufera sul ministro

26.06.21 - 00:00
Il governo Tory in imbarazzo per una "paparazzata" del Sun. Il responsabile della sanità travolto dallo scandalo
twitter The Sun
Matt Hanckock con Gina Coladangelo (a sinistra) e la moglie paparazzata con la fede al dito
Matt Hanckock con Gina Coladangelo (a sinistra) e la moglie paparazzata con la fede al dito
Fonte ATS
Bacio con mano morta: è bufera sul ministro
Il governo Tory in imbarazzo per una "paparazzata" del Sun. Il responsabile della sanità travolto dallo scandalo
Matt Hancock ripreso in atteggiamenti intimi con una collaboratrice. Entrambi sposati, lei di origini italiane. E si invocano le dimissioni

LONDRA - Un abbraccio appassionato, a labbra incollate e con una mano morta galeotta. È l'immagine rubata da una telecamera a circuito chiuso che minaccia di travolgere Matt Hancock, potente ministro della Salute del governo Tory britannico e figura chiave nella compagine di Boris Johnson in tempi di pandemia. Immagine, spiattellata in prima pagina dal Sun che lo inchioda alla relazione con la presunta amante Gina Coladangelo, chiare origini familiari italiane, come lui sposata e con figli.

Ma soprattutto lo espone all'accusa di favoritismi nei confronti della donna, cooptata giusto qualche mese fa nei ranghi del suo dicastero, e a quella di aver violato platealmente le linee guida sul "distanziamento sociale" da lui stesso imposte fra le precauzioni anti-Covid.

Il marchio di uno scandalo che innesca l'inevitabile richiesta di dimissioni dei partiti d'opposizione e il sarcasmo dell'opinione pubblica. E contro cui non vale neppure la compassione della regina Elisabetta, che pochi giorni fa lo aveva definito "poverino" ("poor man") per l'ingrato compito di dove gestire i dossier della sanità sotto l'ombra di un'epidemia epocale. Anche se il premier Boris Johnson fa sapere per ora attraverso un portavoce di accontentarsi del balbettante messaggio di scuse diffuso dopo qualche ora d'insostenibile silenzio da Matt, di fidarsi di lui e di considerare (chissà fino a quando) "il caso chiuso".

Il video recapitato al Sun risale al 6 maggio scorso, quando le raccomandazioni dell'emergenza Covid in vigore del Regno Unito escludevano ancora abbracci o contatti troppo stretti fra persone non conviventi né appartenenti a una stessa cerchia familiare. E mostra senza possibilità di equivoci Hancock, 43 anni a ottobre, avvinghiato di fronte agli uffici di Whitehall a Gina: coetanea, nonché ex compagna di università a Oxford, con un passato da manager nella società di consulenza Luther Pendragon e un presente di capo delle comunicazioni presso la Oliver Bonas, brand d'abbigliamento fondato dal marito Oliver Tress affiancato da settembre da un incarico di direttrice non esecutiva del ministero della Salute. Inizialmente non retribuito, poi compensato con 15'000 sterline annue.

Un intreccio su cui le chiacchiere pare si rincorrano da tempo fra i corridoi dei palazzi londinesi. Ma che ha ora il suggello della prova provata, nel linguaggio spiccio del tabloid di Rupert Murdoch che grida allo sdegno per «un vergognoso flirt» annaffiato «dai soldi dei contribuenti». E non manca di mettere alla berlina neppure la moglie del "fedifrago", Martha Hoyer Millar, fisioterapista di formazione e madre dei suoi tre figli (uno adottato), paparazzata all'uscita di casa con tanto d'ingrandimento della mano a mostrare come porti "ancora la fede" all'anulare.

Stampa popolare a parte, resta la gravità delle potenziali conseguenze. Che costringono Hancock - figura emergente di casa Tory al governo ininterrottamente dal 2012, con David Cameron, Theresa May e quindi con Johnson, dopo essere entrato in Parlamento poco più che trentenne con studi economici a Oxford e Cambridge alle spalle, un inizio di carriera alla Bank of England e un passaggio al Tesoro al fianco dell'ex cancelliere dello Scacchiere George Osborne, nonché rara figura di ex oppositore della Brexit capace di restare a galla nella partito sotto la leadership di Boris - a cospargersi il capo di cenere: «Riconosco di aver violato le linee guida sul distanziamento, ho deluso la gente e sono molto dispiaciuto», le sue parole accompagnate dalla richiesta del rispetto di ciò che resta della "privacy" della sua famiglia.

Un mezzo mea culpa, affiancato dalla pretesa di voler rimanere al suo posto, che il premier, tutt'altro che in prima persona immacolato sul fronte di sospetti scandali, infedeltà e avventure extraconiugali in passato, si fa al momento bastare. E che invece non basta affatto alle opposizioni a Westminster. Tanto più che a pesare sono anche le accuse scagliate giusto nelle settimane scorse dall'ex eminenza grigia di Downing Street, Dominic Cummings, assetato di vendetta contro Johnson per essere stato silurato a fine 2020, che oggi imputa sia a BoJo sia al titolare della Sanità il caos delle prime fasi dell'emergenza pandemia.

Ecco quindi che il Labour non perde tempo a sfidare Johnson a scaricare il ministro, se non altro per l'assunzione a trattativa privata di Gina Coladangelo come consulente, avvenuta secondo il partito di Keir Starmer in evidente «conflitto d'interesse» a dispetto delle assicurazioni dell'esecutivo sul «rispetto delle procedure» di valutazione. Mentre per il leader dei Liberaldemocratici, Ed Davey, le dimissioni vanno date subito: non certo per «la vicenda privata» del supposto tradimento, «che riguarda la sua povera moglie», bensì per gli indizi d'una gestione «corrotta e inefficiente» del dicastero.

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