Né Sekiro, né Tenchu: Ghost of Tsushima è una storia a sé

L'ultima esclusiva per la console Sony, targata Sucker Punch, convince per design e azione. La narrazione però si rivela
L'ultima esclusiva per la console Sony, targata Sucker Punch, convince per design e azione. La narrazione però si rivela
BELLEVUE - Riportare le atmosfere dell'antico Giappone su Playstation dopo il passaggio di "Sekiro" non è un'impresa semplice. I ragazzi di Sucker Punch ci hanno provato con "Ghost of Tsushima", con risultati che - proprio come il suo filone narrativo - si dividono fra luci e ombre.
Il primo impatto con il mondo realizzato dalla casa di Bellevue è di quelli memorabili. Ritrovarsi a cavalcare attraverso le praterie dell'isola di Tsushima, accompagnato dal soffio del vento che scuote il mosaico di colori che compongono il paesaggio, è un'esperienza che rimane impressa nel giro di pochi istanti.
A valorizzare il lavoro di design, esaltato da una suggestiva gestione delle luci, si aggiungono poi l'opzione fotografica e la possibilità di attivare la modalità Kurosawa, evocando - attraverso un filtro in bianco e nero - lo spirito del leggendario regista.
La storia di Jin Sakai, il samurai protagonista, si svolge durante l'invasione mongola. Nel suo percorso, Jin dovrà, passo dopo passo, abbandonare la via del bushido e agire come uno spettro per sopraffare il nemico, rinnegando l'onore dei samurai. Stili e tecniche rendono molto vivaci i combattimenti, che richiedono anche una buona dose di tempismo ma, a volte, "inciampano" in una gestione delle telecamere non proprio ottimale.
A essere non del tutto affilata è però la narrazione, ambiziosa ma che non sempre riesce a concretizzare le sue premesse. La scelta tra l'agire come samurai o spettro non influenza la progressione di Jin. Le fasi stealth inoltre sono spesso troppo guidate. La sua natura open-world riesce però a mettere in secondo piano alcune di queste lacune, rendendo tutto sommato molto piacevole il soffio del vento di Tsushima.
VOTO: 8











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