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LUGANONicolas Altstaedt per l'ultimo OSI in Auditorio

03.02.21 - 11:00
Il violoncellista franco-tedesco è protagonista del concerto di giovedì 4 febbraio
OSI
Nicolas Altstaedt è il protagonista dell'ultimo appuntamento di OSI in Auditorio.
Nicolas Altstaedt è il protagonista dell'ultimo appuntamento di OSI in Auditorio.
Nicolas Altstaedt per l'ultimo OSI in Auditorio
Il violoncellista franco-tedesco è protagonista del concerto di giovedì 4 febbraio

LUGANO - La stagione OSI in Auditorio 2021 in videostreaming e diretta radiofonica RSI si chiude giovedì 4 febbraio alle ore 20.30 con il quarto appuntamento, protagonista il violoncello di Nicolas Altstaedt.  

Come sempre in questo periodo i concerti si tengono a porte chiuse e, grazie alla collaborazione con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, sono offerti in videostreaming RSI il giovedì alle ore 20.30 sul sito dell'OSI o rsi.ch/live-streaming, oltre che in diretta radiofonica su RSI Rete Due.

La serata rientra nella formula Play&Conduct, che offre al pubblico la possibilità di conoscere un artista sia come solista, sia come direttore ospite alla testa dell’OSI. In questo caso l’attenzione è concentrata sul violoncellista franco-tedesco Nicolas Altstaedt che, dopo aver ricevuto nel 2012 il riconoscimento del Credit Suisse Artist Award, può vantare molteplici collaborazioni e residenze d’eccellenza.

Nel programma della serata, due pagine “moderne” si inseriscono nella cornice formata da due opere maestre di Franz Joseph Haydn, lo spettacolare Primo Concerto per violoncello e orchestra in do maggiore, prediletto dai più grandi violoncellisti moderni, e la Sinfonia n. 60 detta il Distratto. Questa singolare sinfonia è un’originale rielaborazione che Haydn fece di alcune musiche di scena, dando progressivamente un’impressione voluta di disordine, con i musicisti che addirittura interrompono il Prestissimo finale per accordare gli strumenti. Una sinfonia in sei movimenti, colma d'idee e melodie popolaresche polacche, francesi e bulgaro-balcaniche, che ha anche indicato la via per usare il materiale folclorico ai successivi compositori della scuola ungherese. Tra questi Sándor Veress, compositore elvetico-magiaro che si inserisce nella tradizione di Haydn con la prima delle due opere “moderne” in programma, le Quattro danze transilvane per orchestra d’archi.

Infine, anche il secondo lavoro cameristico contemporaneo discende dallo spirito umoristico e scanzonato di tanti brani di Haydn. Si tratta de La joie de vivre, opera dell’insigne compositore-docente Wilhelm Killmayer, per decenni colonna della Hochschule für Musik di Monaco di Baviera: il 4 febbraio il suo brano viene proposto in prima esecuzione svizzera.

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