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INTERVISTASferico: "L'arte è la mia vita", successo per la sua esposizione a Swissmianiatur prolungata fino ad agosto

13.06.06 - 08:19
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Sferico: "L'arte è la mia vita", successo per la sua esposizione a Swissmianiatur prolungata fino ad agosto
 
MELIDE - Il successo è stato al di sopra delle aspettative, tanto che si è deciso di prolungare l'esposizione delle installazioni scultorre presenti nel parco di Smissmiatur. Stiamo parlando delle opere scultoree realizzate dal giovane artista ticinese Sferico, che da diversi mesi si possono ammirare tra i palazzi, le piazze e le belezze paesaggistiche in miniatura. Si tratta di 32 opere scultoree: un percorso tracciato da singolari personaggi simbolici (accompagnate da un testo sul loro significato)  nel cuore della tradizione svizzera.

Come detto l’entusiasmo e l’interesse dei visitatori ha portato la direzione a prolungare l’esposizione fino al 27 agosto. 

"Quando la Swissminiatur mi ha proposto di inserire le opere nel contesto paesaggistico svizzero in miniatura non sapevo cosa ne sarebbe uscito - spiega soddisfatto Sferico - abbiamo lavorato parecchio per trovare l’ambientazione idonea per ogni statua. Ne è uscita un’esposizione originale e inconsueta".

Un'arte quella di Sferico che affonda le radici nel mistero della preistoria e si proietta  nelle tendenze design d’avanguardia con uno stile tutto suo, e un pensiero artistico, lo "Sferismo", racchiuso in una pubblicazione in italiano e in inglese che è stata tra l'altro presentata dal premio Nobel Sir John Eccles, e che Sferico spiega con queste parole: "Noi siamo quel che pensiamo e vediamo: la nostra prerogativa come esseri umani è di decidere, ogni mattina, tra il vuoto o la pienezza; non sono condizioni astratte ma dell’animo. Lavoro incessantemente sulla bellezza perché so con certezza che, per quanta sofferenza ci sia, resta l’unica via di trasformazione e di riscatto. La bellezza riflette il miracolo della vita che continuamente fluisce nell’alternanza tra la terra e il cielo formando un’unità circolare o sferica. Le mie statue sono ritratti dei principi eterni che regolano la nostra esistenza".

L'arte è di famiglia. Melanie Moore scrive libri, tu ti dividi tra pittura e scultura. Quando hai capito di voler dedicarti all'arte come valore fondamentale per la tua vita?
"Le cose nascono spontanee, le fai e non ci pensi, per me il mio lavoro è una missione, sono un tipo idealista e seguo quello che credo.  A quattordici anni ho fatto le prime statue che vengono esposte ancora adesso, ho cominciato con gli arnesi di battaglia (colori ad olio e attrezzi per la scultura) di mio nonno e di mio padre. Sì lei scrive romanzi sulla nostra vita (a parte l’ultimo) e la gente trova un’eco delle sue forme nelle mie statue".
  
Scultura, pittura, design. Questi gli ambiti nei quali ti muovi. In quale ti senti più a tuo agio e perchè?
"Mi chiamo “sferico”, sì …un aggettivo, anche per indicare la mia rotondità nel senso che spazio dalla mia pittura filosofica alla scultura design poi è vero ho disegnato sedie che si vendono a Parigi, dopotutto ho studiato 6 lunghi anni d’architettura alla SUPSI e ho anche finito. Ma il fondamento del mio operare è la parte del pensiero, cioè lo sferismo, li sta il nocciolo.  Infatti alla Swissminiatur ogni statua è accompagnata da un testo sul significato".

Chi sono i tuoi punti di riferimento in ambito artistico? 
"Io nasco come un selvaggio nell’arte, naturalmente tutta la storia mi ha influenzato, è nel mio DNA.
Nella scultura, la mia arte allunga le radici fino all’archeologia, poi c’è il surrealismo. Sono spesso paragonato a Hieronymus Bosch per la mia pittura filosofica, ma a Fra Angelico nei colori e nella “stravaganza visiva” a Salvador Dalì.  Sono comunque molto vicino al mondo del design per l’impostazione di stilizzazione progettuale".

Ogni artista ha un rapporto particolare con l'arte. Tu che rapporto hai?
"Ho un rapporto passionale, è la mia vita! Spesso vado in crisi e distruggo per rigenerare, una specie di amore-odio, di costruzione e distruzione che mi permette di lasciare da parte il razionale ed entrare nel antro magico dell’intuizione, se non sei disposto a mettere tutto in gioco, non esce niente di forte. Sai, bisogna combattere per ricavare un’opera che funzioni e i combattimenti a volte durano anni".

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