Il Gruppo MPS-POP-Indipendenti chiede lumi al Governo sulle attività di commodity trading sviluppate dalla banca
CANTONE - Negli scorsi mesi studi importanti hanno messo in evidenza quale ruolo abbiano le grandi banche svizzere nel sostegno ad attività di aziende che hanno un impatto nefasto sull’ambiente. Se influenzare l’operato delle grandi banche appare oggi difficile, per l'MPS intervenire in materia di sostenibilità appare più facile da parte di chi detiene la proprietà di BancaStato.
Proprio per questo Simona Arigoni, Angelica Lepori e Matteo Pronzini hanno deciso di interpellare il Governo e di chiedere, quale rappresentante della proprietà pubblica di BancaStato, se sia al corrente delle attività di “commodity trading” sviluppate dalla banca.
Già qualche mese fa, evidenziano i tre granconsiglieri, partecipando ad una tavola rotonda sul commodity trading organizzata dalla rivista Ticino Welcome (Gruppo Mantegazza), il membro di Direzione di Bancastato Davide Bignasca spiegava il «paradosso» per cui BancaStato, «una banca cantonale orientata al territorio ticinese, si occupi di sostenere il commercio di materie prime, che per loro natura si spostano da un capo all’altro del mondo».
Nell'atto parlamentare, viene quindi chiesto l'estensione di queste attività, il loro influsso complessivo sulle attività di BancaStato (cifra di bilancio, utili, occupazione, ecc.) e il loro impatto sulla natura e sull’ambiente. Infine, viene chiesto se il Governo abbia intenzione di suggerire alla Commissione del controllo del mandato pubblico una maggiore attenzione agli aspetti di carattere ambientali in occasione del loro prossimo rapporto.