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Un'iniziativa elaborata chiede una modifica legislativa affinché il campo d'azione della Commissione di sorveglianza sulle condizioni di detenzione venga ampliato oltre le normali strutture carcerarie
BELLINZONA - Sono ormai numerose le persone che da anni - in virtù della legislazione federale sul diritto di asilo attuata anche tramite i Cantoni - vengono trattenute in carcerazione amministrativa, come pure in altri locali sottoposti ad importanti restrizioni della libertà di movimento.
Quali esempi si possono citare il centro di Rancate, altri alloggi sotterranei della Protezione civile o anche, per quei casi comunque di pertinenza ticinese, il carcere di Realta a Cazis (Canton Grigioni).
Gran parte di questi alloggi sono sottoposti alla vigilanza quotidiana di enti privati (agenzie di sicurezza), «che però non dispongono delle competenze professionali e/o comunque di un’organizzazione o formazione parificata a quella del personale di custodia delle strutture carcerarie cantonali», rilevano il deputato Matteo Quadranti e i cofirmatari* di un'iniziativa elaborata.
Che ricordano ad esempio le «numerose condizioni di abuso» già note pubblicamente come quelle emerse nell’esecuzione del mandato da parte della società Argo1, il procedimento penale pendente contro agenti di polizia per contenzione abusiva nei confronti di un minorenne, o ancora le condizioni di pericolo per la salute nei bunker sotterranei denunciate da oltre cento medici del Canton Ticino nel gennaio del 2019.
L'atto parlamentare di Quadranti chiede quindi una modifica legislativa affinché il campo d'azione della Commissione di sorveglianza sulle condizioni di detenzione venga ampliato oltre le normali strutture carcerarie.
*B. Caprara, M. Bertoli; G. La Mantia, R. Ghisletta, C. Lepori, L. Riget, F. Sirica, I. Durisch, N. Corti, T. Lurati, A. Biscossa, D. Ghirlanda, B. Storni, T. Merlo, M. Patuzzi, C. Crivelli Barella, A. Stephani.
