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«La relazione era malata e distruttiva. È stata legittima difesa»

Lo ha detto la difesa della 42enne che ha ripetutamente accoltellato il suo ex compagno nell'agosto del 2024 a Vacallo.
Deposit (simbolica)
«La relazione era malata e distruttiva. È stata legittima difesa»
Lo ha detto la difesa della 42enne che ha ripetutamente accoltellato il suo ex compagno nell'agosto del 2024 a Vacallo.

LUGANO - «Ha agito per legittima difesa. È stato un atto impulsivo, privo di reale volontà omicida e fondato su una fragilità psichica». È quanto ha sostenuto questo pomeriggio alle Assise criminali la difesa della 42enne che il 10 agosto 2024 a Vacallo ha ripetutamente accoltellato il suo ex compagno.

L'avvocato Fabiola Malnati ha chiesto che la donna venga condannata unicamente per tentate lesioni gravi in uno stato di legittima difesa discolpante. Per la difesa la pena, oltre che sospesa in favore di un trattamento riabilitativo, andrebbe inoltre sensibilmente ridotta rispetto a quanto richiesto dalla pubblica accusa.

La sentenza è attesa per domani alle 10.

«Una vita di dolore, violenza e ricoveri psichiatrici» - «La vita dell'imputata è stata segnata da dolore, violenza e abbandono», ha esordito l'avvocato Malnati. «La sua infanzia è stata caratterizzata da un padre violento e una madre impotente. Durante l'adolescenza la mia assistita ha poi subito una violenza sessuale, che ha favorito i primi comportamenti devianti e l'abuso di sostanze. Seguiranno numerosi ricoveri psichiatrici, circa dieci negli ultimi anni».

«Intrappolata in relazioni patologiche» - La perizia, inoltre, «descrive relazioni sistematicamente abusive e disfunzionali. E anche la relazione con la vittima era malata e violenta». La 42enne sarebbe quindi «una donna intrappolata in un modello relazionale patologico, che conosce solo dolore e paura. Non è mossa da dolo e crudeltà ma da un vissuto di traumi che le ha impedito fin da bambina di essere padrona di sé stessa». La relazione con il suo ex partner «era quindi inevitabilmente distruttiva, ed è in questo scenario che si inseriscono i fatti al centro di questo procedimento».

La difesa ha poi sostenuto che la tesi accusatoria «si fonda quasi esclusivamente sulle parole della vittima, che ha però avuto diversi cambi di versione».

In seguito ai fatti, inoltre, «la 42enne presentava delle ecchimosi sia all'occhio destro che all'occhio sinistro, più delle escoriazioni sparse sul corpo. Il divano su cui è caduta durante l'alterco, inoltre, era di velluto imbottito: è quindi difficile che un bracciolo possa aver causato la lesione all'occhio».

«Un riflesso di sopravvivenza» - Secondo Malnati le coltellate sarebbero inoltre state inferte «come riflesso di sopravvivenza» e lo dimostrerebbe il fatto che sono superficiali, non profonde. «La perizia infatti non esclude che i colpi possano essere stati inferti da una posizione di svantaggio». Il coltello, per la difesa, «non è quindi un mezzo di offesa, ma era l'unico strumento a portata per respingere un'aggressione in atto».

«Nessuna volontà di uccidere» - In seguito ai fatti, viene sottolineato, «l'imputata e la vittima si sono inoltre intrattenuti a parlare, e ciò dimostra come non vi fosse alcuna volontà di uccidere».

La rappresentante legale dell'accusatore privato, l'avvocato Cristina Faccini, ha dal canto suo tenuto a evidenziare che il suo assistito «è vivo per pura fortuna, e non certo per volontà dell'imputata». In seguito all'accaduto l'uomo ha inoltre manifestato paure ricorrenti, attacchi di panico e depressione.

Faccini ha dunque chiesto un risarcimento per torto morale pari a 7'000 franchi, più il risarcimento delle spese legali, di trasporto in ambulanza e di trasloco (in seguito all'immediato sfratto).

L'imputata: «Mi dispiace» - L'ultima parola, infine, è stata data alla 42enne: «Mi dispiace di trovarmi qui oggi per le scelte che ho fatto nella mia vita».

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