La droga, le coltellate e la fuga dal balcone: «Agire sconsiderato e pericoloso»

Chiesti nove anni di detenzione sospesi in favore di un trattamento stazionario per la 42enne che accoltellò il suo ex compagno a Vacallo.
LUGANO - «Si è resa conto che avrebbe potuto uccidere l'ex compagno. Ha agito nella consapevolezza di questo rischio». È quanto ha detto il procuratore pubblico Zaccaria Akbas sul caso della 42enne del Mendrisiotto che il 10 agosto 2024 a Vacallo ha ripetutamente accoltellato un 38enne suo ex partner.
La pubblica accusa ha chiesto che la donna venga giudicata colpevole di tentato omicidio e ha proposto nove anni di detenzione nell'ipotesi del dolo diretto, o sei anni e nove mesi nel caso del dolo eventuale. Entrambe le pene andrebbero comunque sospese in favore di un trattamento stazionario per la cura dei disturbi psichici.
«Botte e droga, eppure continuavano a stare insieme» - «I fatti di cui parliamo oggi impressionano e preoccupano: i reati violenti legati al consumo di stupefacenti sono sempre più frequenti», ha premesso il procuratore pubblico. «Va detto che stando al racconto di entrambi i protagonisti era già capitato che si mettessero le mani addosso e che intervenisse la polizia. Eppure continuavano a stare insieme».
«Gli ha detto che sarebbe rimasta finché lui non fosse morto» - La mattina dei fatti, però, «l'imputata si è repentinamente avvicinata al 38enne e l'ha colpito con un coltello alla nuca, al collo, alla schiena e ad altre parti del corpo. La donna ha quindi appoggiato il coltello al collo dell'uomo, che è però riuscito a sollevarla di peso e ad allontanarla. A quel punto lei ha afferrato un altro coltello e gli ha detto che sarebbe rimasta lì finché lui non fosse morto».
«Poteva aprire la porta, ma si è calata dal balcone» - Dopo una de-escalation «il 38enne, con la scusa di andare a comprare del metadone, ha approfittato per scappare dall'appartamento». E, nonostante potesse aprire la porta, «la donna incomprensibilmente è fuggita calandosi dal balcone e riportando ferite di una certa gravità».
«Non era sdraiata quando ha colpito» - La 42enne, ad ogni modo, ammette gli accoltellamenti, ma sostiene di aver agito per difendersi. «Secondo il medico legale, però, le ferite riportate alla schiena dall'uomo indicano che lei era probabilmente in posizione seduta o retta quando l'ha colpito, e non in posizione sdraiata», ha sottolineato Akbas.
L'imputata, in definitiva, «ha agito in modo sconsiderato e pericoloso, nella consapevolezza che l'uomo potesse rimanere ucciso». Va detto, poi, «che non si è trattato di colpi sferrati di striscio: ha puntato al collo, alla nuca e al dorso, utilizzando sia la parte appuntita del coltello che quella seghettata».
«Tende alle esplosioni di rabbia, ha subito abusi» - Nella commisurazione della pena, secondo il procuratore, va comunque tenuto conto dei disturbi della 42enne e del suo vissuto. «È affetta da un grave disturbo borderline di tipo impulsivo e da disturbi psichici comportamentali dovuti all'uso di cocaina e alcol. Ha la tendenza a distaccarsi emotivamente e a reagire con comportamenti infantili, con esplosioni di rabbia anche per questioni di poco conto». Inoltre «fin dall'infanzia ha subito abusi di ogni genere».
Nel pomeriggio a prendere la parola saranno la rappresentante dell'accusatore privato e la difesa.




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