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LUGANOOccupate le ex scuole elementari di Viganello

30.06.23 - 23:57
Fissata un'assemblea popolare per le 16 di sabato
SOA
Occupate le ex scuole elementari di Viganello
Fissata un'assemblea popolare per le 16 di sabato

LUGANO - Quello che doveva essere un evento di tre giorni dal titolo TenTAZioni estive, all'insegna di sport, arti, politica e culture, si è trasformato nella occupazione («liberazione», come viene da loro indicato) delle ex scuole elementari di Viganello, in disuso da alcuni anni.

Lo ha comunicato sabato sera l'assemblea del SOA il Molino. A stabilire la durata di quella che viene definita fin da subito una «occupazione temporanea» sarà un’assemblea popolare in programma sabato alle 16 a cui invitiamo a partecipare tutte le persone interessate». La struttura dovrebbe rimanere in occupazione fino a domenica.

La scelta di quest'edificio - La scelta di questo luogo non è casuale e viene spiegata nel comunicato del SOA il Molino. «Riteniamo che partire da uno spazio liberato da forme di mercificazione, profitto, esclusione, autorità, attraverso un percorso collettivo e assembleare, sia solo il primo passo da compiere per inseguire gli orizzonti di un cambiamento quanto più urgente e necessario. E quale luogo migliore, simbolicamente, se non una scuola? Un luogo in cui si insegna a eseguire passivamente invece che a ragionare criticamente, che diffonde un unico punto di vista come universale e in cui differenze ed errori sono sanzionati invece che valorizzati. Un luogo dove si creano futuri lavoratori iscrivibili nelle logiche del consumo, che tende alla standardizzazione, alla competitività e ancora pregno di stereotipi che continua a trasmettere».

È stato quindi occupato l’ex stabile scolastico di Viganello «perché una città che progetta cementificazione e speculazione attorno ai grandi poli dell’intrattenimento e del turismo, lascia colpevolmente deperire intere strutture scolastiche, mentre alloggia studenti e studentesse in container o situazioni scomode e provvisorie». Per lo stabile è stato previsto l'abbattimento e il nuovo progetto non è visto di buon occhio da tutti, nel quartiere. «Riutilizzare, ripensare, liberare gli innumerevoli edifici abbandonati di questa città significa anche lanciare un messaggio politico forte e alternativo a chi ritiene che la barca sia piena. E a chi militarizza le frontiere e prospetta la nuova apertura di campi, centri chiusi o di bunker per persone migranti o giovani in difficoltà, noi rispondiamo riaprendo una scuola».

Riaprire la discussione Quale ruolo avrà l'occupazione di venerdì sera nella storia dell'autogestione luganese? «Non sappiamo se questo sarà il nostro approdo definitivo, non sappiamo se sarà approdo da condividere con altre realtà ma vogliamo riaprire la discussione secondo le nostre modalità e a partire da questa occupazione. Confrontandoci con la popolazione che ci vive, con le realtà che vorranno attraversarlo nei termini di rivendicazioni politiche e culturali definite sulla base di necessità collettive».

I prossimi passi - Alle 16 di sabato è in programma come detto l'assemblea popolare, ma gli occupanti invitano tutti «a raggiungerci da stasera o da domattina presto, per visitare lo spazio (passarci la giornata, la serata o la notte), capire le esigenze, parlare, giocare, o farsi semplicemente un giro». È già stato fissato un calendario di attività: dalle 8 colazione anti-sgombero; dalle 10 corso di danza africana, allenamento di boxe, giochi da tavola e chiacchiere sparse. Alle 13 pranzo popolare, dalle 14 partite di basket e calcio e infine il confronto «su come questo stabile possa diventare una proposta collettiva di spazi altri fuori dalle logiche di controllo, di tempo e di mercificazione statale».

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