Dopo i boschi della Valganna, le spiagge del lago. I venditori di droga sul confine danno filo da torcere alle forze dell'ordine
LUINO - Dopo i boschi, le spiagge. I bivacchi della droga continuano a imperversare sul confine italo-svizzero. Si è tenuto venerdì a Varese il processo a sei persone - di cui tre latitanti - accusate di avere spacciato stupefacenti per decine di migliaia di franchi nei boschi della Valganna, Valmarchirolo, Valcuvia e Valtravaglia.
Le condanne, riferisce La Regione, vanno da un anno a quattro anni e nove mesi. È la prima tranche dell'inchiesta che, a febbraio scorso, coinvolse una ventina di persone (italiani e nordafricani, 14 finirono in carcere). Buona parte della clientela che - appurarono gli inquirenti - acquistava le sostanze nelle cosiddette "tende dello spaccio", proveniva dal Ticino.
Chiusa un'inchiesta, se ne apre un'altra. Ieri i carabinieri di Luino hanno effettuato una nuova retata, questa volta sulle sponde del Lago Maggiore. In particolare sulle spiagge tra Luino e Laveno dove - riferisce Luinonotizie.it - lo spaccio si sarebbe nel frattempo trasferito.
I militari hanno organizzato un blitz sia via terra che via lago, all'alba di domenica mattina. All'arrivo hanno appurato la presenza di due bivacchi e alcuni braceri, ma gli spacciatori erano nel frattempo riusciti a scappare.