Come si vede nel video, il recupero di oggetti durante le raccolte di rifiuti ingombranti va più di moda che mai. Non tutti, però, ne recepiscono il messaggio sociale e ambientale
CUGNASCO-GERRA – Tutti pazzi per lo scambio dell’usato, nella Svizzera italiana. L’iniziativa lanciata ormai due decenni or sono a Gerra Piano, oggi coinvolge una ventina di altre località ticinesi. Soprattutto nel Bellinzonese. Spunta pure qualche inconveniente. In particolare legato ai cacciatori di rifiuti ingombranti. Sempre più prepotenti. «Una volta – spiega Rosanna Tognini-Braghetta, responsabile dello scambio dell'usato per l’Associazione consumatrici della Svizzera italiana (ACSI) – questa gente si limitava a fare il giro delle discariche. Ora ha il calendario delle giornate di scambio dell’usato. Si presenta sul posto col furgone e mette le mani ovunque. Anche nei bauli altrui».
Un’accurata selezione – Dai piatti ai giocattoli. Dai mobili ai bicchieri. Oggetti vecchi che riscoprono una seconda vita. Ancora oggi, come si vede nel video realizzato da Ticinonline/ 20 Minuti, sulla piazza di Gerra Piano (ora il Comune si è unito con Cugnasco) il rito si rinnova per sei volte all’anno. «Gli operai comunali dividono sostanzialmente i rifiuti ingombranti in tre categorie – dice la coordinatrice Fiamma Pelossi, ex presidente dell’ACSI –. Legno, ferro e rifiuti misti. Noi selezioniamo gli oggetti che riteniamo possano essere ancora riutilizzati da qualcuno. Li esponiamo su un tavolo, in modo che gli interessati possano vederli ed eventualmente portarli a casa. Il nostro è un progetto sociale, economico ed ecologico».
Lotta agli sprechi – Non poco, in un momento di profonda crisi economica. «Secondo uno studio fatto qualche anno fa – evidenzia Tognini-Braghetta – in località come ad esempio Giubiasco, a ogni raccolta di rifiuti ingombranti, riusciamo a recuperare circa una benna di materiale. Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica contro gli sprechi». E il messaggio sembra passare. «Addirittura – sostiene Pelossi – ci sono persone che ci chiamano già nei giorni che precedono la raccolta dei rifiuti. Per chiederci di mettere loro da parte un letto, un comodino, o qualsiasi altra cosa, se dovessimo trovarla».
Intrusi pronti a tutto – E poi ci sono loro. Gli avvoltoi dell’immondizia. Quelli che recuperano gli oggetti per poi rivenderli, su internet o nei mercatini. L’esplosione di piattaforme web dedicate alla vendita dell’usato ha fatto crescere il fenomeno. Esasperandolo. Tanto che in alcune piazze di raccolta a volte si respirano attimi di forte tensione. «Il problema è che i volontari non hanno un potere di polizia – ammette Tognini-Braghetta –. Spesso non riusciamo ad arginare certi atteggiamenti. Queste persone a volte entrano addirittura nelle benne, intralciando il lavoro degli operai e creando disagi all’ordine pubblico. Il nostro vuole essere un messaggio ambientale. Purtroppo alcuni lo travisano».