CANTONEAbiti usati, Caritas Ticino critica Texaid

LUGANO - In occasione del 70esimo, Caritas Ticino ha lanciato una azione con tutti i Comuni del Cantone, al fine di creare i cassonetti per gli abiti della Caritas. La Caritas Ticino seppure figuri sui cassonetti di Texaid non partecipa alla raccolta se non per il lavoro di svuotamento e di trasporto ai treni.

Dopo diciotto anni, alla fine dell'anno, si chiuderà la collaborazione. A giugno, Caritas Ticino infatti ha disdetto il suo contratto con Texaid. Secondo le ragioni di Caritas "Texaid, che vuole continuare ad avere il monopolio sugli abiti usati in Ticino, non accetta nessun tipo di concorrenza e ha tolto il lavoro di svuotamento a noi. Ben pochi sanno che la maggior parte degli abiti messi nei cassonetti, non solo quelli di Texaid, creano poco indotto in Ticino in quanto i vestiti diventano di proprietà della ditta di Uri, con introiti notevoli derivanti dal business delle tonnellate di abiti raccolti".

Un sondaggio telefonico effettuato in giugno da Caritas Ticino ha permesso di verificare che almeno un terzo, fra coloro che riciclano i loro abiti mettendoli nei cassonetti di Texaid, è convinto di offrirli a Caritas Ticino e un terzo degli intervistati ritiene importante che gli abiti donati in Ticino creino lavoro e sostegno a organizzazioni ticinesi.

I nuovi cassonetti di Caritas Ticino saranno verdi come il logo, fabbricati a Tesserete e corredati di trasmettitori a batteria per segnalare il livello di riempimento.

"Con la nuova azione di Caritas Ticino, diversi comuni forse non accetteranno più l’atteggiamento coloniale nei confronti del Ticino - dicono dalla Caritas - e quindi rispediranno i cassonetti “tedeschi” oltre San Gottardo visto che ora hanno l’alternativa ticinese. I nuovi cassonetti permetteranno infatti di creare nuovi posti di lavoro temporaneo nel programma occupazionale di Caritas Ticino sia per il lavoro di svuotamento, sia per una nuova attività di smistamento al fine di valorizzare il più possibile gli abiti offerti".