Marchesi scrive al Consiglio di Stato: «Inopportuno pianificare entrate che potrebbero essere annullate»

Il consigliere nazionale UDC, come sindaco di Tresa, scrive una lettera di dissenso all'esecutivo cantonale per le misure previste nel preventivo 2026
TRESA - «È del tutto inopportuno e fuorviante pianificare entrate che potrebbero essere annullate dall’esito del voto popolare. Farlo equivale a prendere in giro i Comuni, contando su risorse che potrebbero non materializzarsi».
A dirlo è il sindaco di Tresa e consigliere nazionale UDC Piero Marchesi. Con una lettera ufficiale, il Comune del Luganese ha trasmesso al Consiglio di Stato e alla Commissione della Gestione e delle Finanze del Gran Consiglio una comunicazione ufficiale di dissenso in merito alle misure previste nel preventivo 2026. «Le presunte maggiori entrate a favore dei Comuni per il biennio 2026–2027 - scrive Marchesi - non possono essere considerate un reale beneficio: esse si fondano sull’aumento dei valori di stima, proprio mentre è pendente l’iniziativa popolare “Sì alla neutralizzazione dell'aumento dei valori di stima”, sostenuta da circa 16'000 firme».
Per Marchesi «a ciò si sommano i continui trasferimenti di nuovi oneri ai Comuni — maggiori contributi per assicurazioni sociali, sostegno alle famiglie e trasporto pubblico regionale — che annullano ogni ipotetico vantaggio e aggravano ulteriormente la pressione finanziaria sugli enti locali. Questa dinamica, ormai strutturale, contrasta apertamente con il principio sancito dal Decreto Morisoli e con gli obiettivi della riforma Ticino 2020. Per queste ragioni, il Municipio chiede alla Commissione di non approvare le misure contestate, affinché l’autonomia finanziaria dei Comuni non venga ulteriormente compromessa sulla base di previsioni prive di fondamento sicuro.».




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