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Non esistono statistiche sulle “vittime” della crisi del commercio luganese. L'idea di un consigliere comunale: contarle su Facebook
LUGANO - «Affittasi». «Fuori tutto per chiusura». La crisi del commercio al dettaglio a Lugano è sulla bocca di tutti, da tempo. Ma quanti sono i negozi che chiudono i battenti? Dati ufficiali – sorpresa – non ce ne sono. In compenso c'è chi ha iniziato sui social la “conta” delle vetrine vuote.
A lanciare la palla è stato il consigliere comunale Omar Wicht, in un post pubblicato domenica su Facebook. «In un paio d'ore ho provato a contare i negozi sfitti, limitandomi alle classiche vie del centro – racconta –. Ne ho contati quindici, ed è chiaramente un censimento parziale».
Ma statistiche migliori non ce ne sono, per ora. È passato un anno da quando Municipio e commercianti hanno aperto un tavolo, a dicembre scorso, per contrastare la moria di negozi. Da allora quante chiusure? E negli anni passati? Federcommercio e Camera di commercio non fanno rilevamenti a livello cittadino. Nemmeno la Società dei commercianti di Lugano: «I negozi aprono e chiudono di continuo, per noi sarebbe impossibile monitorarli» spiega il presidente Paolo Poretti.
Il post di Wicht intanto ha avuto successo. «Tantissimi mi hanno scritto in pubblico e in privato, segnalando situazioni puntuali» spiega il politico. Anche dei colleghi in Consiglio comunale hanno partecipato alla discussione social. Fatica sprecata? «Chi scatta delle foto o ha delle proposte da fare, farebbe meglio a rivolgersi ai luoghi preposti» commenta Poretti. «Il problema esiste e non è un'impressione soggettiva. Lo sappiamo e ci ragioniamo da tempo. Non servono polemiche, ma idee concrete». Come quella di introdurre delle facilitazioni al posteggio per chi fa shopping in centro, o tariffe ridotte per occupare il suolo pubblico. Il Municipio potrebbe attuarle a breve.
