
COMO - Recarsi al lavoro in treno anziché in auto, si sa, permette di contenere l’inquinamento e il traffico. È per questo motivo che viene incoraggiato l’utilizzo dei mezzi pubblici, come la nuova linea Mendrisio-Varese, utilizzata soprattutto dai frontalieri. E proprio frontalieri e pendolari molto presto potrebbero incorrere in grossi problemi con i treni diretti e in arrivo dalla Svizzera.
Dal 2 settembre - come anticipato lo scorso 3 maggio nel dibattito organizzato da Modem - le linee S10 e S40 non faranno infatti più capolinea ad Albate Camerlata, ma a Como San Giovanni. Qual è il problema? Da Como partono circa 800 pendolari e tra Albate e le altre stazioni se ne contano altri 1’500. Ma a Como mancano i parcheggi. Prendere il treno fino a Como e poi cambiare non è invece una soluzione praticabile a causa dei ritardi troppo frequenti che scoraggiano chi deve raggiungere il posto di lavoro.
La decisione di spostare il capolinea a Como San Giovanni - come riferisce La Provincia - sarebbe il frutto del compromesso tra le FFS e Trenord. I ritardi dei treni in partenza dall’Italia avrebbero infatti «esasperato» le ferrovie svizzere, che volevano tenere Chiasso come capolinea e unica partenza.
Si tratta di «una soluzione temporanea» secondo il portavoce dei pendolari di Como Ettore Maroni, che potrà essere rivista con il nuovo orario a giugno 2019. Ma che a partire da settembre potrebbe realmente mettere in difficoltà i frontalieri, peggiorando anche la situazione del traffico sull’A2.
Requiem per il mantenimento in vita artificiale di una sequenza di fallimenti che costano un buco finanziaro di nome Ticino Lombardia, che costano 200 mio all'anno al contribuente ticinese.