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LUGANOIl SISA contro l’insegnamento della civica

21.09.17 - 07:53
La sezione del Liceo Lugano 2 del Sindacato Indipendente Studenti Apprendisti «coglie l’occasione per denunciare la nocività della modifica di legge»
Keystone
Il SISA contro l’insegnamento della civica
La sezione del Liceo Lugano 2 del Sindacato Indipendente Studenti Apprendisti «coglie l’occasione per denunciare la nocività della modifica di legge»

LUGANO - La sezione del Liceo Lugano 2 del Sindacato Indipendente Studenti Apprendisti (SISA) comunica che durante la prima riunione plenaria dell’anno scolastico gli studenti hanno deciso di sottoscrivere l’Appello per il NO alla modifica della Legge della scuola in merito all’insegnamento della civica.

Il SISA sconfessa la posizione presa dal Consiglio Cantonale dei Giovani (CCG), «pur spesso ripresa dai promotori della riforma che ne sbandieravano una presunta rappresentatività della gioventù ticinese». A differenza del CCG (basato sull’iscrizione volontaria), l’Assemblea degli studenti è un organismo pienamente rappresentativo della parte di popolazione di cui si fa portavoce, in questo caso degli studenti del LILU2.  La grande partecipazione di questi ultimi alla seduta di ieri «ha dimostrato ancora una volta il forte attaccamento dei giovani alle assemblee studentesche, delle preziose occasioni di dibattito con un importante valore civico».

Tale adesione «smentisce un importante argomento del “Comitato Siccardi”, quello per cui i giovani non sarebbero interessati alla politica e estranei ai processi democratici». Alla prova dei fatti gli studenti mostrano l’esatto contrario, «cogliendo oggi l’occasione per denunciare la nocività della succitata modifica di legge».

«Perché - si domanda la sezione del Liceo Lugano 2 del Sindacato Indipendente Studenti Apprendisti - additare le attuali lezioni di civica d’inefficacia quando sono le menzogne, gli scandali e le politiche anti-giovanili (in materia d’istruzione, di lavoro, di spazi d’aggregazione, ecc.) ad allontanare i giovani dalla cosa pubblica? Forse proprio per cambiare tutto perché nulla cambi».

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