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LUGANOImpiegato in tribunale nasconde 800.000 franchi al fisco

31.07.17 - 06:00
L’uomo, che lavorava presso il Tribunale di appello, è stato oggetto di un’inchiesta qualche anno fa. Il caso riaffiora dopo una lettera ricevuta da Governo e Magistratura
Tipress
Impiegato in tribunale nasconde 800.000 franchi al fisco
L’uomo, che lavorava presso il Tribunale di appello, è stato oggetto di un’inchiesta qualche anno fa. Il caso riaffiora dopo una lettera ricevuta da Governo e Magistratura

LUGANO – Per diversi anni ha nascosto un capitale di 800.000 franchi al fisco. La notizia sarebbe di carattere minore se il protagonista della vicenda non fosse un impiegato in tribunale, attivo presso la camera di esecuzione e fallimenti del Tribunale d’appello. L’uomo è stato oggetto di un’inchiesta curata dal procuratore generale John Noseda. Inchiesta chiusasi, qualche anno fa, con un decreto d’abbandono. E con una puntualizzazione: non c’è reato penale, bensì “solo” reato fiscale.

Una storia che riemerge dal passato – Il caso è trapelato solo negli ultimi giorni, con una lettera recapitata al Consiglio della Magistratura e al Consiglio di Stato. A firmarla è una parente dell’uomo, che chiede lumi su come si sia chiusa la vicenda. La storia ha radici parecchio lontane. Inizia nel 2002, con la morte dello zio dell'impiegato in tribunale. A quel punto l’uomo decide di aiutare la zia, rimasta vedova, per quanto riguarda la gestione dell’eredità e del capitale accumulato dal marito deceduto.

Scatta la denuncia – Fino al 2009 gli 800.000 franchi non figurano mai nella dichiarazione d’imposta. È in quell’anno che la figlia del defunto, ignara di tutto, scopre dell’esistenza di questa somma di denaro. E si rende conto che una parte di questa cifra sarebbe spettata a lei, come eredità. Così la donna, sentendosi penalizzata dalla situazione, denuncia il cugino.

Non c’è reato penale – Una denuncia che metterà in evidenza le omissioni dell'impiegato in tribunale sulle dichiarazioni d’imposta dell’ultimo decennio. L’incarto, tra il 2010 e il 2013, viene gestito direttamente da Noseda. Che, dopo una serie di interrogatori e diversi mesi di riflessione, pronuncia un decreto d’abbandono, passando la palla nel campo del fisco. Per questioni legate alla privacy, non è possibile sapere se l’uomo sia in seguito stato sanzionato.

La reazione – Il diretto interessato, da noi contattato, non ha voluto rilasciare particolari dichiarazioni: «C’è stato un decreto d’abbandono. Mi sembra ovvio che la vicenda per me è chiusa. Io in questa storia ci ho solo perso, dopo essermi fatto in quattro per aiutare una persona. Non ho altro da aggiungere».

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