La promessa dell'impresa di pulizia ZeroBatteri: «Un buon antisettico fa miracoli». Perplessi i medici: «Aiuta, ma non basta».
CHIASSO - Dicono le statistiche che il peggio è passato: l’influenza ha raggiunto il picco, da metà febbraio è cominciata la discesa. Ma c’è chi giura che poteva andare molto meglio: un’impresa di pulizie che, con un nome che è un’aspirazione, da circa otto mesi cerca di sfondare in Ticino. Ventidue gli imprenditori che hanno creduto a ZeroBatteri e Fabio Maratea, il quale promette di dare una mano all’economia locale abbattendo del 40% l’incidenza delle malattie infettive in ufficio. «Solo su una tastiera ci sono 7mila batteri, che contribuiscono a diffondere virus, allergie. Basta uno starnuto, il germe si diffonde, il personale si ammala, se resta al lavoro rende meno».
Soffrivo di riniti e allergie. Poi... - La soluzione? Semplice al punto da sembrare una frottola. «Detergenti sanificanti». Disinfettanti, per dirla in maniera meno sofisticata, che Maratea acquista direttamente in Germania, presso la ditta Kiehl. «È successo tutto un po’ per caso. Soffrivo di riniti e allergie. Cercavo informazioni su internet per stare meglio. Mi sono imbattuto in Charles Gerba, microbiologo dell’Arizona che sostiene l’importanza dell’igiene ambientale. Pian piano è nata ZeroBatteri».
Ammalarsi costa: «Vi dico quanto» - Novantamila franchi di fatturato in Svizzera per dodici dipendenti a Chiasso, promette di far risparmiare «46800 franchi l’anno a un ufficio di 13 persone con retribuzione media di 25 franchi l’ora, considerati i 18 giorni di malattia di ciascuno in media». Così facile, sulla carta: dunque perché nessuno ci ha pensato prima? «Bella domanda. Forse il fatto che dobbiamo essere più cari del 15-20%. Ma ne vale la pena - giura Maratea - I soldi spesi valgono il recupero di un 37-38% perso con le assenze del personale».
La parola al medico - Eppure non basta un disinfettante per debellare l’influenza. Difficile pure valutare in che percentuale possa abbattere il contagio. Dal punto di vista scientifico e sanitario, però, c’è un sia pur minimo fondo di verità, spiega Carlo Balmelli, responsabile del servizio prevenzione infezioni e medicina del personale all’Eoc: «L’influenza si trasmette per via respiratoria, tramite tosse e starnuti e anche una conversazione ravvicinata, e per contatto. In questo senso superfici disinfettate possono aiutare». Una volta depositati sugli oggetti, i germi hanno una sopravvivenza limitata, ma «il contagio può avvenire anche dopo qualche ora». Ecco perché l’idea di affidarsi a un disinfettante è un valore aggiunto. «Il sapone pulisce, il disinfettante uccide i germi».
«I vecchi metodi restano i migliori» - Certo che «la ricontaminazione è rapida. Mezz’ora dopo è già tutto da rifare. Sono molto più efficaci le misure individuali: non dare la mano ed evitare il contatto sociale quando si è malati».