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TICINODa Berna nessuna riduzione del ristorno frontalieri al 12,5%

21.09.11 - 17:00
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Da Berna nessuna riduzione del ristorno frontalieri al 12,5%

Berna - Il Consiglio degli Stati se ha adottato la mozione che chiede al governo di rinegoziare l'Accordo sui frontalieri con l'Italia. Ha rifiutato un'iniziativa cantonale ticinese che voleva "rifondere al Ticino gran parte del ristorno dell'imposta alla fonte".

Iniziativa cantonale respinta - L'iniziativa cantonale ticinese, oggi respinta, chiedeva invece di ridurre l'ammontare del ristorno dell'imposta alla fonte a carico del Ticino, dei Grigioni e del Vallese, portandolo dal 38,8% attuale al 12,5%, ovvero al tasso previsto nell'accordo concluso con l'Austria. Nel caso in cui Berna si rifiuti di chiedere la rinegoziazione dell'Accordo sui frontalieri, il canton Ticino chiede alla Confederazione di riversare nelle casse cantonali la differenza tra il 38,8% del ristorno concesso all'Italia e il 12,5% concesso all'Austria.

Pur essendo d'accordo sul principio dell'iniziativa, i "senatori" hanno ritenuto "inaccettabili sotto questa forma" le rivendicazioni del Ticino. Non hanno quindi dato seguito all'iniziativa cantonale. In precedenza, il ticinese Filippo Lombardi aveva dichiarato che "avrebbe votato contro l'iniziativa soltanto se la mozione della commissione degli Stati, che ne riprende il messaggio senza menzionare cifre, fosse stata accolta".

Mozione Cassis - Sempre sulle relazioni italo-svizzere, gli Stati hanno infine adottato tacitamete una mozione di Ignazio Cassis (PLR/TI) che chiede al Consiglio federale di "attuare una chiara strategia" per sanare il clima deleterio che si è creato tra la Confederazione e la vicina Repubblica. Il testo esige pure di coinvolgere in tale strategia i governi dei cantoni confinanti con l'Italia, in particolare quello ticinese, e le autorità dell'Unione europea.

Mozione approvata - Secondo la mozione approvata oggi, il Consiglio federale è incaricato, nell'ambito delle trattative per evitare le doppie imposizioni tra i due Paesi, di rimediare alla mancanza di reciprocità nel quadro dell'imposizione dei lavoratori frontalieri. Sottolineando come l'Italia sia il secondo partner commerciale della Svizzera, dopo la Germania, il "senatore" ticinese Dick Marty si è detto sorpreso dell'assenza di reciprocità in questo ambito.
Berna dovrà inoltre tenere conto della nuova definizione di frontaliere in applicazione all'Accordo sulla libera circolazione delle persone. La Confederazione dovrà infine "valutare i recenti cambiamenti della realtà socioeconomica delle regioni di frontiera direttamente interessate dall'accordo del 1974 e ridefinire la natura del versamento compensativo adattandolo alle circostanze attuali".

Eveline Widmer-Schlumpf ha ricordato come il governo abbia deciso di riprendere il dialogo con l'Italia per risolvere questi problemi ed è in contatto diretto con le autorità ticinesi. "Prossimamente è previsto un incontro con il ministro italiano delle finanze, Giulio Tremonti, ha aggiunto la consigliera federale. Il dossier passa al Nazionale.
 

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