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BERNA - Il Ministero pubblico della Confederazione ha rinviato a giudizio dieci persone coinvolte nella vendita illegale di immobili della SUVA, l'Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni. Compariranno così davanti al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona.
I dieci accusati dovranno rispondere di truffa, falsità in documenti, falsità in atti formati da pubblici ufficiali o funzionari, corruzione, corruzione passiva e amministrazione infedele degli interessi pubblici, ha dichiarato oggi all'Agenzia Telegrafica Svizzera Jeannette Balmer, portavoce della procura federale.
La vicenda è venuta alla luce nell'autunno del 2005 e concerne nove transazioni immobiliari nelle quali sono stati versati circa un milione di franchi sotto forma di bustarelle.
Tra gli accusati figurano l'ex capo immobiliare della SUVA e un immobiliarista ticinese. Egli avrebbe acquistato proprietà della SUVA per prezzi nettamente inferiori al valore di mercato e con la complicità di altri sospettati.
In seguito alla vicenda la SUVA era stata fortemente criticata e dovette riorganizzarsi, ma non perse denaro perché poté ricomprare le proprietà al prezzo di vendita, cioè 47 milioni di franchi.
In un comunicato odierno la SUVA sottolinea di non far parte degli accusati, ma di volersi costituire parte civile. Anche lei auspica infatti che venga fatta piena luce sul caso.
