Dalle lettere del Corvo a Fiscogate il malandazzo è chiaro: in Ticino il segreto d'ufficio viene sempre più spesso violato. Franco Citterio, Direttore dell'Associazione Bancaria Ticinese: 'Per la piazza finanziaria è un incubo'.
LUGANO - "I ticinesi non sanno più tenere un segreto". Così a TicinOnline un politico influente che opera sulla piazza finanziaria luganese.
Dalle lettere del Corvo a Fiscogate il malandazzo è chiaro: professionalità e discrezione in Ticino sembra non esistano più. Ed il malcostume della violazione del segreto professionale - bancario, fiscale, d'ufficio o medico che sia - sembra quasi essere diventato un'abitudine. O comunque una tendenza che, una volta messasi in moto, non s'è più arrestata.
Questo malandazzo sta danneggiando la piazza finanziaria ticinese. Il malcontento, tra gli operaratori del settore, è grande. Ed il motivo è semplice: il segreto professionale, per la piazza finanziaria, è alla base del rapporto con i clienti.
Ne parliamo con Franco Citterio, Direttore dell'Associazione Bancaria Ticinese, partendo dalla cronaca di questi giorni.
Si dice che chi porta i soldi in Ticino comincia a chiedersi: ma dove sono finite la professionalità e la discrezione tipicamente svizzere? Forse che in Ticino non esistono più?
"Per la clientela internazionale la discrezione e la professionalità degli operatori finanziari e dell’amministrazione pubblica rappresentano due tra i fattori più importanti che determinano la scelta di dove depositare i propri capitali. La discrezione e la professionalità, come dice lei, tipicamente svizzere sono il frutto di una cultura prima ancora che del lavoro e della formazione professionale. Ora, io mi auguro che queste prerogative non siano andate perse così velocemente però è vero che qualcuno, in questa vicenda, ha perso la ragione e ha dato la precedenza a motivi personali e politici a detrimento del segreto d’ufficio e questo è semplicemente inaccettabile!".
A questo punto è forse meglio portare i soldi altrove? Magari a Ginevra, Zugo o Zurigo?
"Al momento attuale non ritengo che questa vicenda abbia prodotto effetti irrimediabili per la nostra piazza finanziaria. Sarà però opportuno chiarire al più presto quello che è effettivamente successo e punire i responsabili. In questo senso ritengo che l’intervento della magistratura e della commissione amministrativa d’inchiesta avrà un ruolo fondamentale per la salvaguardia dei valori di discrezionalità e di professionalità così preziosi per tutti i contribuenti ticinesi, prima ancora che per i nostri clienti".
Quale il ruolo dei media in questo contesto?
"Direi fondamentale, e non sempre giornalisticamente corretto. In generale ritengo che il ruolo di alcuni media, e non solo in questa vicenda, stia andando al di là di un sano spirito d’inchiesta e di informazione. Il lettore vuole dai media prima di tutto un’informazione il più possibile oggettiva, condita poi da articoli di commento e di approfondimento. Ogni tanto invece nasce il dubbio che alcuni media si siano trasformati in semplici canali di trasmissione per rendere noti e condannati a priori fatti privati che dovrebbero essere trattati e giudicati dalle autorità preposte. E’ un modo di procedere che non mi piace".