I senza lavoro toccati dalla riduzione del periodo di indennità, che dallo scorso luglio è stato portato da 520 a 400 giorni, saranno 65mila entro la prossima estate, afferma Suzanne Blank, responsabile della politica economica presso la centrale sindacale Travail.Suisse.
L´esperienza dimostra, secondo Blank, che circa un quinto di queste persone non riescono a trovare un´occupazione e devono quindi affidarsi all´assistenza sociale. La metà riesce invece a reinserirsi nel processo produttivo nel giro di un anno dalla perdita degli assegni, ma spesso è costretta a cambiare professione ed ad accettare salari più bassi.
Il reinserimento è tanto più difficile quanto più lungo è il periodo di disoccupazione, spiega Irene Tschopp, responsabile dell´ufficio cantonale dell´economia di Zurigo. I datori di lavoro sono infatti diventati circospetti: pensano che i disoccupati di lunga durata facciano molta fatica a riadattarsi ai ritmi della vita professionale. Diversamente dal passato, sono vittima di questo atteggiamento di diffidenza anche lavoratori altamente qualificati.
Erwin Schütz, promotore di un gruppo di contatto per disoccupati a Einsiedeln (SZ), ne è un esempio: specialista nel settore delle alte frequenze, ha inoltrato 300 candidature, ma invano. Gli sono stati rifiutati anche impieghi inferiori alle sue qualifiche. "Una specializzazione di punta - afferma - diventa spesso un handicap". I datori di lavoro ritengono infatti che i dipendenti qualificati possano presentare richieste salariali eccessive. Temono inoltre che possano rassegnare le dimissioni in tempi brevi, non appena trovano un´occupazione più adatta alla loro formazione.
Sul sito internet del gruppo di contatto (www.ausgesteuertentreff.ch) Erwin Schütz ha raccolto tutta una serie di testimonianze. Numerosi disoccupati hanno vergogna a richiedere l´assistenza sociale e sbarcano il lunario attingendo ai risparmi. "Taluni hanno perso tutto: la professione, la stima degli altri e di sé stessi, la famiglia, la casa". Un numero crescente di giovani non trovano un posto di apprendistato; altri, per l´età avanzata, non hanno più prospettive professionali. "In queste condizioni non sono da escludere disordini sociali".
Schütz ritiene che il numero ufficiale dei disoccupati - 157mila, pari al 4% della popolazione attiva - sia di molto inferiore alla realtà. La proporzione di coloro che sono alla ricerca di un impiego, afferma, è almeno del 10%. Presso il Dipartimento federale dell´economia, le valutazioni sono comunque molto più ottimistiche: la congiuntura si sta riprendendo e secondo il Segretariato di stato dell´ecomomia (Seco) anche il mercato del lavoro ne risentirà positivamente. Per i disoccupati senza più indennità vi sono quindi speranze, anche se con ogni probabilità non saranno loro i primi a vedersi offire una nuova occupazione.
ATS