Stop all'olio di palma, referendum riuscito

Le firme risultate valide sono 61'184. Ne servivano 50'000
BERNA - Il referendum "Stop all'olio di palma", contrario all'accordo di libero scambio con l'Indonesia, è formalmente riuscito. Delle 61'719 depositate lo scorso 22 giugno, 61'184 firme sono risultate valide. Ne erano necessarie almeno 50'000.
Lo comunica oggi la Cancelleria federale in una nota. Il referendum era stato lanciato in gennaio dal sindacato agricolo Uniterre, assieme ad associazioni in favore del clima e dei diritti umani nonché al viticoltore indipendente Willy Cretegny.
L'accordo di libero scambio con l'Indonesia è stato approvato a larga maggioranza dal Parlamento in dicembre. L'Indonesia è un partner commerciale potenzialmente importante per la Svizzera, sostengono i fautori dell'accordo.
Secondo i referendisti, l'opposizione all'accordo non è dettata soltanto da motivi di sostenibilità. Gli agricoltori temono in particolare una concorrenza sleale con gli oli vegetali indigeni. Per questo motivo il Consiglio federale ha negoziato contingenti per le importazioni di olio di palma, che saranno tuttavia aumentati nell'arco di più anni. Sono inoltre previste norme che dovranno garantire la tracciabilità delle importazioni.
Queste misure non sono però sufficienti, secondo il sindacato contadino Uniterre. L'olio di palma è in effetti già oggi meno costoso dell'olio di colza e di girasole. L'accordo aumenterebbe la pressione sulla produzione interna, con una prevista riduzione dei prezzi pagati ai produttori pari al 35%.
Il comitato referendario deplora inoltre il fatto che nella maggior parte dei Paesi il libero scambio non abbia aumentato né la prosperità né la qualità di vita, ma che serva soltanto agli interessi economici delle multinazionali.




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