La decisione è stata presa alla riunione dell'Ecofin poiché la Confederazione dispone ora di un sistema fiscale compatibile con le norme Ocse e dell'Ue
BERNA - La Svizzera è stata definitivamente tolta dalla lista grigia dei paradisi fiscali stabilita dall'Unione europea. I ministri dei 28 oggi a Lussemburgo hanno seguito la raccomandazione dei loro ambasciatori: la Confederazione ha infatti «attuato tutte le riforme necessarie prima della scadenza», rende noto il Consiglio Ecofin, che riunisce i ministri dell'economia e delle finanze degli Stati membri dell'Ue.
La decisione era ampiamente attesa. Già a metà settembre i gruppi di esperti dell'Ue avevano auspicato di eliminare la Svizzera dalla lista grigia.
La condizione per lo stralcio era l'accettazione da parte del popolo svizzero della Riforma fiscale e finanziamento dell'AVS (RFFA). Ciò è avvenuto lo scorso 19 maggio: alle urne il 66,4% dell'elettorato e tutti i cantoni hanno accolto il pacchetto di misure fiscali che entrerà in vigore il primo gennaio 2020.
Immediatamente dopo il sì popolare, il presidente della Confederazione Ueli Maurer aveva chiesto lo stralcio della Svizzera, un passo che a suo avviso doveva avvenire «il più presto possibile», visto che Berna dispone ora di un sistema fiscale compatibile con le norme dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e dell'Ue.
Si conclude così un contenzioso fiscale iniziato più di dieci anni fa: in seguito alla crisi finanziaria, l'Ue e l'OCSE avevano infatti preso di mira i privilegi fiscali concessi dalla Confederazione (sia livello federale che cantonale) alle imprese estere ed avevano iscritto, nell'aprile 2009, la Svizzera nella cosiddetta "lista grigia".
Quest'ultima, assieme alla lista nera, è uno degli strumenti di cui l'Ue si è dotata per contrastare l'evasione. La prima è destinata agli Stati che hanno promesso di apportare alcune modifiche a livello fiscale, mentre la seconda riguarda i Paesi dichiaratamente non cooperativi in materia.
Oltre a quella della Svizzera, l'Ue ha oggi chiarito completamente la posizione di Albania, Serbia, Mauritius e Costa Rica, che pure hanno attuato le riforme richieste per essere conformi alle regole della cooperazione. I 28 hanno inoltre rimosso dalla lista delle giurisdizioni non cooperative sul fisco gli Emirati Arabi Uniti e le Isole Marshall, precisa l'Ecofin.
Sulla lista nera attualmente figurano le isole Samoa americane, Guam, Samoa, Trinidad e Tobago, le Isole Vergini, Aruba, Barbados, Belize, le Bermuda, Dominica, Fiji, Oman e Vanuatu.