La consigliera di Stato Franziska Roth lascia l'UDC, che presenta le proprie scuse agli elettori «per aver presentato nel 2016 la candidatura di una persona senza volontà, interesse e neppure talento»
AARAU - La consigliera di Stato argoviese Franziska Roth lascia l'UDC e continuerà a dirigere il Dipartimento della sanità e della socialità (DGS) senza etichetta partitica. Eletta alla fine del 2016, è criticata da varie forze politiche, tra cui i democentristi, per la sua gestione del DGS. Lo stesso governo cantonale in marzo ha commissionato un'analisi.
In una conferenza stampa oggi ad Aarau, Roth ha stigmatizzato la condotta del suo ormai ex partito che, a suo dire, l'avrebbe coperta di rimproveri confusi. L'UDC cantonale, malgrado i suoi appelli, non ha mai saputo puntare il dito contro falle concrete nella direzione del DGS, ha affermato.
Roth - 54 anni, ex presidente del Tribunale distrettuale di Brugg (AG), nell'esecutivo cantonale dall'inizio del 2017, quando ha occupato a sorpresa una seconda poltrona per l'UDC - ha quindi preso atto dell'impossibilità di proseguire la collaborazione con i vertici del gruppo parlamentare e con la direzione del partito cantonale.
L'uscita dal partito non è stata una scelta facile: l'UDC è stata e rimane tutt'ora la sua patria politica, tanto che la magistrata non esclude un rientro nelle file democentriste. Roth pone però una condizione: ai vertici dell'UDC argoviese dovranno pervenire forze costruttive. La consigliera di Stato promette che continuerà a fare una politica chiaramente borghese ed è convinta che potrà contare sul sostegno del centro destra e della destra in Gran Consiglio.
La "ministra" cantonale della sanità e della socialità ha ricordato i suoi successi nei due anni di mandato nell'esecutivo, tra cui risparmi per 25 milioni di franchi grazie alla promozione del settore ambulatoriale e di sette milioni nell'ambito dell'asilo.
L'UDC reagisce stizzita alla decisione di Roth. I democentristi, in un comunicato, si chiedono come la consigliera di Stato possa operare senza il sostegno di un partito in Gran Consiglio. Sottolineano inoltre che la decisione della "ministra" non risolve alcun problema. Il solo passo da compiere sarebbe stata la dimissione dal governo.
Il partito presenta le proprie scuse agli elettori argoviesi per aver presentato nel 2016 la candidatura di una persona senza volontà, interesse e neppure talento per un mandato in un esecutivo cantonale.
L'UDC, replicando alle affermazioni di Roth in conferenza stampa, ricorda di aver formulato con precisione le critiche alla "ministra" al più tardi nel febbraio 2018. Il partito menziona in particolare la mancata presentazione di una strategia per la gestione del DGS, ma anche i contatti lacunosi con la Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS), disinteresse per il tema stesso della sanità e gli altri dossier importanti, assenze da sedute e manifestazioni nonché una latitanza dal suo ufficio il lunedì mattino prima delle 10.00.
Il 19 marzo il partito aveva imposto un aut aut alla sua consigliera di Stato: migliorare la gestione del Dipartimento oppure rassegnare le dimissioni entro l'estate.
La crisi di fiducia nei confronti della consigliera di Stato si era fatta evidente a metà marzo, quando il governo argoviese aveva annunciato di avere commissionato un'«analisi indipendente ed esterna dell'organizzazione, della gestione e del clima di lavoro all'interno del Dipartimento cantonale della sanità e della socialità».
Agli inizi di marzo Roth si era già vista confrontata in Gran Consiglio con le accese critiche dei gruppi di PLR, PPD e Verdi, che le avevano rimproverato «mancanza di fiducia» e «disprezzo» nei confronti degli altri rappresentanti politici.
Le critiche dei capigruppo facevano riferimento a dichiarazioni fatte dalla "ministra" ai microfoni di una televisione regionale, in cui Roth sosteneva ad esempio che i deputati non fanno altro che sottoporre al parlamento proposte «inutili e insensate».