La Commissione sanità del Nazionale impugnerà domani un'iniziativa del deputato Mathias Reynard, che chiede che l'esaurimento professionale sia riconosciuto dalla LaMal
BERNA - Secondo il Job Stress Index 2018, pubblicato nello scorso mese di ottobre, quasi un terzo della popolazione attiva in Svizzera soffre di stress dovuto al lavoro. Una condizione che potenzialmente può portare ad un cosiddetto “burn-out”. Quest’ultimo, ad oggi, non è riconosciuto come malattia. Ma le cose potrebbero presto cambiare, come scrive oggi il Tages-Anzeiger, ricordando che domani la commissione della sanità del Consiglio nazionale sarà chiamata a chinarsi su un’iniziativa in merito presentata nel marzo del 2018 dal deputato socialista Mathias Reynard.
Il testo del vallesano chiede che tale sindrome venga riconosciuta come malattia professionale. Reynard sostiene che il burn-out sia preso in considerazione dalle casse malati unicamente nell’ambito della depressione, limitando i casi che possono essere coperti.
Secondo il socialista, sono diversi gli studi che mostrano come la percezione dello stress tra i lavoratori - in virtù dei «profondi cambiamenti subiti dal mondo del lavoro negli ultimi decenni» - siamo in costante aumento. Stress che costa ai datori di lavoro circa 6,5 miliardi di franchi all’anno, ossia circa l’1% del prodotto interno lordo elvetico. Riconoscere questa condizione come malattia «permetterebbe una migliore presa a carico dei pazienti, facilitando il reinserimento professionale e rinforzando la prevenzione».
Medici del lavoro favorevoli - Se l’esaurimento fosse inserito tra le malattie professionali, i datori di lavoro sarebbero chiamati a fare tutto il possibile per prevenire tale stress, spiega Brigitta Danuser, medico del lavoro e numero uno del polo sanitario dell’IST.
Nonostante il parere favorevole, l’esperta si dice convinta che saranno pochi i casi di stress riconosciuti come malattia. Gli ostacoli giuridici in tal senso non mancano. E ad oggi nessuna malattia mentale legata all’ambito professionale è mai stata riconosciuta in Svizzera. Anche lo psicologo Niklas Baer sposa l’iniziativa socialista, ma sottolinea pure le difficoltà oggettive nel differenziare quali siano le cause effettive dell’esaurimento.
Scetticismo tra i datori di lavoro - Diversa è l’opinione da parte dei datori di lavoro, che si mostrano piuttosto scettici nei confronti dell’iniziativa di Reynard. Martin Kaiser, dell’Unione svizzera delle arti e i mestieri (USAM), il burn-out è spesso dovuto ad una somma di fattori che include anche questioni private. Tuttavia, si dice pure consapevole che sia necessario trovare al più presto misure adeguate per riconoscere situazioni simili sul posto di lavoro.