La parola a Christoph Blocher dopo la bocciatura dell'Iniziativa per l'autodeterminazione
ZURIGO - L’Iniziativa per l’autodeterminazione è stata respinta, nel weekend, dal 66,2% dei cittadini. E da tutti i cantoni. Un risultato che per l’UDC rappresenta una dura sconfitta: stavolta il partito ha raccolto consensi soltanto tra le proprie fila. Ne abbiamo parlato con l’ex consigliere federale UDC Christoph Blocher.
Con l’Iniziativa per l’autodeterminazione, l’UDC è naufragata. Come mai?
«La sconfitta non era inaspettata. Prima di tutto si trattava di una battaglia contro l’UDC. L’oggetto in questione era in secondo piano. Lo hanno mostrato anche i commenti maligni dei vincitori dopo la votazione: nessuno ha detto che la decisione fa bene alla Svizzera, ma è stato festeggiato il trionfo sull’UDC. Nonostante ciò, sono contento che abbiamo condotto un dibattito sulla democrazia diretta: alla fine tutti i contrari hanno professato la democrazia diretta. E nella Costituzione c’è ancora scritto che il diritto internazionale va rispettato, che non significa che debba prevalere».
Come mai l’UDC è riuscita a ottenere consensi soltanto tra i propri elettori?
«Comunque 900’000 o il 34%, sono quelli che rappresentiamo! Lo sapevamo che la questione dei giudici stranieri non preoccupa concretamente i cittadini. Era forse troppo presto parlarne? Avremmo dovuto aspettare? Sembra di sì! Inoltre, proprio nelle aree rurali stiamo notando che molte persone dicono di non andare più a votare, perché comunque a Berna le decisioni non vengono rispettate. È molto pericoloso. E poi l’UDC è ancora troppo debole nella Svizzera romanda».
Il partito ha anche commesso degli errori? Non è più in grado di recepire le necessità dei cittadini?
«Non abbiamo mai sentito le necessità della popolazione, bensì ci siamo sempre impegnati per quelle questioni che secondo noi fanno bene al paese e alla gente».
Albert Rösti è la persona giusta al vertice del partito?
«Perché non dovrebbe esserlo? Nel partito Albert Rösti è molto apprezzato. E ha anche degli incarichi molto importanti. Abbiamo delle ottime persone. Negli ultimi vent’anni il partito è cresciuto così tanto, che ora si deve consolidare. Non può nemmeno crescere di più, a meno che si appiattisca».
Con le sue giovani donne, il movimento Operazione Libero ha rimescolato le carte della campagna elettorale. Fanno perdere punti all’UDC?
«Queste organizzazioni hanno una gestione più o meno centrale, non sono spuntate dal nulla. Dietro a loro c’è anche Economiesuisse. Gli oppositori si sono comportati come se l’accettazione dell’iniziativa rappresentasse la fine del mondo. Avessimo condotto noi una campagna così isterica, ci avrebbero impiccati».
Ora l’UDC ritirerà l’Iniziativa per la limitazione?
«No. La libera circolazione delle persone resta un grosso problema. Il Parlamento non ha applicato l’Iniziativa contro l’immigrazione di massa. Le conseguenze sono chiare: per la prima volta dopo molto tempo in Svizzera è calato il livello dei salari. Se l’Iniziativa per la limitazione viene respinta, nessuno si deve poi lamentare se a cinquant’anni non trova più un posto di lavoro».