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SVIZZERAClausola di salvaguardia, sindacati contrari ed economia favorevole

04.03.16 - 18:04
Finora non è giunto nessun commento da Bruxelles
Clausola di salvaguardia, sindacati contrari ed economia favorevole
Finora non è giunto nessun commento da Bruxelles

BERNA -  Aspre critiche alle proposte governative di applicazione dell'iniziativa "Contro l'immigrazione di massa" giunte dal mondo sindacale, dalla sinistra e dall'UDC, che minaccia un'iniziativa, mentre il mondo dell'economia si dice soddisfatto. Finora nessun commento da Bruxelles.

Sindacati - Una vera levata di scudi contro il Consiglio federale da parte di Unione sindacale (USS), Travail.suisse e Unia che all'unisono fustigano la debolezza delle misure adottate per lottare contro gli abusi sul mercato del lavoro. «Il governo chiude gli occhi», dice USS, che spera nei correttivi che farà il Parlamento. Si chiede soprattutto un rafforzamento dei contratti collettivi, facilitando l'estensione del campo di applicazione, e maggiori controlli e sanzioni più severe sui salari, oltre a una migliore protezione dai licenziamenti. La critica concerne anche i contingenti e la clausola di salvaguardia unilaterale. In futuro sarà importante salvaguardare gli accordi bilaterali.

Economia - Di tutt'altro tono le reazioni del mondo economico, ossia Economiesuisse, Unione svizzera degli imprenditori, Unione arti e mestieri (USAM) e Associazione mantello dell'industria delle macchine (Swissmem), che si dicono soddisfatte della clausola di salvaguardia, proposta proprio dal mondo dell'economia. «E' la sola via praticabile per conciliare in politica interna il risultato della votazione del 9 febbraio 2014, e in politica estera gli accordi bilaterali tra Svizzera e UE». La soluzione scelta assicura il mantenimento della libera circolazione e «permette alla Svizzera di pilotare l'immigrazione in maniera autonoma». Le organizzazioni economiche chiedono tuttavia dei correttivi: è essenziale - dicono - poter reclutare extra contingente i frontalieri e i salariati occupati per un anno, se non si trova personale disponibile in Svizzera.

UDC - I democentristi minacciano di lanciare un'iniziativa per disdire l'accordo di libera circolazione delle persone, se governo e Parlamento non attuano la decisione del popolo del 9 febbraio 2014 o se la fanno dipendere da un veto dell'UE. Nonostante la clausola di salvaguardia, è impossibile immaginare in che modo l'immigrazione possa essere ridotta significativamente, scrive il partito di Toni Brunner. Gli strumenti per una rapida diminuzione dell'immigrazione sono stati chiaramente definiti, ovvero contingenti e preferenza nazionale. Di conseguenza, «è incomprensibile e inaccettabile che il governo (...) non trasponga l'articolo costituzionale direttamente nella legge», si legge nella nota.

PS - Il Partito continua a respingere l'attivazione unilaterale di una clausola di salvaguardia: essa «costituisce una minaccia per gli accordi bilaterali». «Ora è chiaro che l'UDC ha fatto passare la sua iniziativa sulla base di un'enorme menzogna»: non è infatti possibile attuarla senza entrare in conflitto con Bruxelles. «Dobbiamo privilegiare una soluzione consensuale piuttosto che una unilaterale», ha detto il capogruppo alle Camere Roger Nordmann, secondo cui il Parlamento difficilmente accetterà la soluzione proposta oggi dal governo.

PLR - Sì alla clausola di salvaguardia: si tratta di un'opzione valida. È tuttavia del tutto incomprensibile il motivo per cui il governo abbia temporeggiato così a lungo su un dossier di una tale importanza. Positivo è che il Consiglio federale tenti di trovare una soluzione di concerto con l'UE in merito all'attivazione di questo dispositivo. Il Partito si dice contrario ad ulteriori misure di accompagnamento.

PPD - Sì alla clausola di salvaguardia. «Ora il Parlamento può finalmente mettersi al lavoro» dice il presidente del partito Christophe Darbellay, per il quale si tratta dell'unica opzione possibile. Si dovrebbe però sfruttare meglio la manodopera indigena. «Si potrebbe per esempio meglio integrare nel mondo del lavoro le donne o gli uomini con più di 50 anni». Inoltre i rifugiati potrebbero costituire un ulteriore potenziale lavorativo, senza dimenticare le misure di accompagnamento.

Verdi - No alla clausola di salvaguardia. È «evidente» che l'Unione europea non accetterà un cambiamento unilaterale delle regole del gioco, ad avviso degli ecologisti.

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