Madre-killer: chiesto il carcere a vita per l'omicidio delle due figlie

L'imputata e il padre delle vittime sono originari del Ticino. L'accusa: «La donna ha agito per vendetta, voleva far soffrire l'uomo».
AIROLO / GERLAFINGEN (SO) - «Come può una madre uccidere i figli?». La domanda è rimbombata nell’aula del tribunale distrettuale di Bucheggberg dove si sta svolgendo il processo contro la donna accusata d’aver accoltellato due figlie il 16 gennaio di tre anni fa a Gerlafingen, nel canton Soletta.
«Ha agito per vendetta» - Il reato è omicidio plurimo. «Voleva uccidere - spiega il procuratore - Anche lei lo ha ammesso. Ha accarezzato le figlie e poi ha usato entrambe le mani e molta forza per infilare il grosso coltello da cucina nei loro cuori. Voleva infliggere il maggior danno possibile al padre delle bambine. Era gelosa della nuova compagna. Ha agito per vendetta. Chiedo l’ergastolo»
Il padre è di Airolo - La tragedia, consumatasi a gennaio 2021, scosse in maniera profonda due comunità. Quella di Gerlafingen, nel canton Soletta, Comune di residenza della famiglia e luogo dove le due bambine di 7 e 9 anni sono state uccise. Allo stesso tempo, il fatto di sangue gettò nello sconforto gli abitanti di Airolo, paese di origine del padre delle piccole vittime e frequentato soprattutto d’inverno.
Cresciuta nel Bellinzonese - L’imputata, stando alla ricostruzione di allora dei media d’Oltralpe, era inoltre cresciuta nel Bellinzonese da una famiglia cattolica molto severa, salvo poi trasferirsi a Nord per motivi professionali. Il legame della famiglia col cantone, in particolare l'Alto Ticino, era costante (tornava spesso per le vacanze).




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