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SVIZZERA"Contro l'immigrazione di massa", l'economia si schiera contro l'UDC

06.01.14 - 10:25
Il fronte delle associazioni economiche invita i cittadini a respingere, il prossimo 9 febbraio, l'iniziativa democentrista
Foto Keystone Lukas Lehmann
"Contro l'immigrazione di massa", l'economia si schiera contro l'UDC
Il fronte delle associazioni economiche invita i cittadini a respingere, il prossimo 9 febbraio, l'iniziativa democentrista

BERNA - Le organizzazioni di tutti i settori dell'economia svizzera hanno spiegato congiuntamente ai media le ragioni del loro rifiuto all'iniziativa dell'UDC «contro l'immigrazione di massa».

Questa iniziativa "non risolve nessun problema e mette in pericolo una via bilaterale che funziona", hanno spiegato i portavoce dell'ampio fronte contrario, in quanto "essa mischia le questioni concernenti il mercato del lavoro, la politica degli stranieri o la politica d'asilo, crea una burocrazia costosa, aggrava la mancanza di manodopera e penalizza l'economia svizzera".

L'Unione svizzera degli imprenditori, l'Unione svizzera delle arti e mestieri, scienceindustries, hotelle-riesuisse, ICTswitzerland, l'Unione svizzera dei contadini, la Convenzione padronale dell'industria orologeria svizzera, H+ Gli ospedali svizzeri, TVS Federazione Tessile Svizzera, l'Associazione Sviz-zera d'Assicurazioni ASA, Swissmem ed economiesuisse hanno organizzato congiuntamente una conferenza stampa, nella quale è stato ribadito come la libera circolazione delle persone e la via bilaterale siano indispensabili per la Svizzera.

"L'economia svizzera e la popolazione" spiegano i contrari al progetto democentrista "approfittano ampiamente della libera circolazione delle persone e degli accordi bilaterali conclusi con l'Unione europea (UE). L'Europa è il principale partner commerciale dell'economia svizzera. Un impiego su tre dipende dagli scambi con l'UE e, in materia d'esportazioni, la Svizzera guadagna un franco su tre con l'Europa. Grazie alla libera circolazione delle persone gli Svizzeri possono lavorare in tutta l'UE e vice-versa. Questo permette alle imprese svizzere di reclutare in Europa la manodopera specializzata di cui esse hanno bisogno quando non la trovano in Svizzera. E questo concerne tutti i settori, tra cui l'agricoltura, la sanità, l'industria, il turismo, i servizi e le tecnologie".

La libera circolazione delle persone, aggiungono le associazioni economiche, permette alla Svizzera, dati del World Economic Forum alla mano, di essere il paese più competitivo al mondo. "Questo successo si riflette nel tasso d'occupazione elevato e nella crescita del PIL pro capite, malgrado un contesto di crisi economica e finanziaria mondiale. La piazza economica svizzera si contraddistingue per l'innovazione. Per questa ragione i prodotti svizzeri sono richiesti in tutto il mondo. Per creare un alto valore aggiunto, garante di impieghi e di benessere, l'economia deve poter assumere la manodopera specializzata di cui essa ha bisogno".

Il sistema di contingenti auspicato dall'UDC "comporterebbe degli inconvenienti", considerato come "un sistema di contingenti complicato e pilotato dallo Stato non garantisce che ogni persona effettivamente ricercata sul mercato del lavoro venga poi ammessa. Una soluzione di questo genere comporterebbe al contrario dei costi amministrativi elevati per lo Stato, ma anche per le imprese a seguito della lunghezza delle procedure e dei ricorsi".

In conclusione, l'economia svizzera ritiene che gli iniziativisti stiano facendo un gioco molto pericoloso, assumendo il rischio di una disdetta degli accordi bilaterali, sebbene essi siano per noi molto importanti. "I cittadini svizzeri si sono espressi più volte a favore della via bilaterale. Nel contesto della crisi finanziaria ed economica mondiale, si è visto molto chiaramente come il nostro successo sia legato a questi accordi. La libera circolazione delle persone fa parte di questa via bilaterale".

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