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SVIZZERA

Protezione del clima: la Svizzera migliora, ma non si applica abbastanza

Il 26esimo nell'Indice di Performance sul Cambiamento Climatico «non è degno» del potenziale nazionale
Depositphotos (rss.vladimir@gmail.com)
Fonte Greenpeace / WWF
Protezione del clima: la Svizzera migliora, ma non si applica abbastanza
Il 26esimo nell'Indice di Performance sul Cambiamento Climatico «non è degno» del potenziale nazionale

ZURIGO - La Svizzera fa passi avanti nella protezione del clima, ma non abbastanza per finire nelle prime posizioni della classifica. La Confederazione è migliorata di sette posizioni nell’attuale Indice di Performance sul Cambiamento Climatico (CCPI) rispetto all’anno precedente. Con la 26esima posizione, però, rimane comunque nella mediocrità.

«Sebbene nuove leggi come la legge sul clima e quella sull’energia elettrica offrano una buona base per i miglioramenti, la Svizzera resta nella media per la protezione del clima» spiega Patrick Hofstetter, esperto di protezione del clima ed energia WWF Svizzera. «Oltre a gravi carenze nei settori dei trasporti e della finanza, il problema principale è che il Consiglio federale applica leggi forti, ma con scarso impegno».

Il rapporto dettagliato evidenzia una certa pigrizia: in tutti i punti valutati positivamente, il potenziale non è stato pienamente sfruttato. Le cause principali di questa 26esuma posizione sono la riduzione delle emissioni effettuata all’estero invece che sul territorio nazionale e una situazione di stallo o addirittura di regressione nei settori dei consumi, dei trasporti (soprattutto l’aviazione), della piazza finanziaria e dell’agricoltura. Il miglior posizionamento è dovuto principalmente all’approvazione della legge sull’energia elettrica, al contributo climatico nazionale aggiornato (NDC 2.0) e all’entrata in vigore della revisione della legge sul CO2 e della legge sulla protezione del clima.

Gli esperti del CCPI criticano la mancanza di regole nei settori dei trasporti, dell’agricoltura, dell’industria e della finanza, oltre all’assenza di strumenti per contrastare l’elevato consumo. «Un posto nella parte bassa della classifica non è degno della Svizzera» afferma Georg Klingler, esperto di clima di Greenpeace Svizzera. «Il Consiglio federale deve ripensare complessivamente il suo approccio alla protezione del clima. Potremmo e dovremmo usare l’energia in modo più intelligente ed eliminare petrolio e gas naturale dalle nostre case e automobili. Dovremmo evitare che le nostre banche contribuiscano alla distruzione del clima e promuovere un sistema alimentare rispettoso del clima. Le soluzioni sono note. Ci rendono più sicuri e indipendenti, favoriscono il valore aggiunto locale e tutelano la salute».

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