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SVIZZERARiviviamo questo secondo (turbolento) anno pandemico che si sta concludendo...

31.12.21 - 06:00
Il 2021 finisce con numeri da record per quanto riguarda i contagi con Omicron che impazza ormai incontrastata.
Keystone
Riviviamo questo secondo (turbolento) anno pandemico che si sta concludendo...
Il 2021 finisce con numeri da record per quanto riguarda i contagi con Omicron che impazza ormai incontrastata.
Le varianti e una campagna vaccinale sotto le aspettative hanno tenuto in vita il virus, rimandando ulteriormente la fine della pandemia.

BERNA - Domani si concluderà il secondo anno caratterizzato dalla pandemia. Un 2021 che finisce con numeri da record per quel che riguarda i contagi. In Ticino. In Svizzera. E nel resto del mondo. La variante Omicron ha infatti completamente sparigliato le carte, e stravolto le previsioni e le speranze formulate 365 giorni prima.

Una luce offuscata
L’avvento del vaccino - quello di Pfizer fu omologato il 19 dicembre 2020 - sembrava infatti potesse essere la luce in fondo al tunnel e la pietra tombale sulla pandemia. Ma la comparsa di alcune varianti molto più contagiose unite a un'adesione alla campagna vaccinale (tuttora) sotto le aspettative hanno tenuto in vita il virus, che ha ripreso a correre grazie a Omicron. 

V-Day
Il V-Day in Svizzera ha in ogni caso rappresentato un crocevia per il nostro paese. «Il 4 gennaio inizierà la più grande campagna di vaccinazione della storia svizzera», sottolineavano le autorità elvetiche. Una campagna che nelle sue fasi iniziali è stata un po' frenata dal mancato accesso ai vaccini per ritardi nelle consegne e che in seguito è stata pure “sabotata” più volte soprattutto durante “l’offensiva vaccinale”, messa in atto dal Consiglio federale lo scorso novembre per convincere gli scettici. L’ultima chiamata da Berna, però, si è rivelata un mezzo flop, in Svizzera come in Ticino.

Divisione politica e sociale 
Il vaccino da speranza per l’uscita dalla crisi si è quindi trasformato in motivo di divisione. La società si è letteralmente spaccata in due (ma non in parti uguali) tra chi ha deciso di vaccinarsi (una maggioranza silenziosa) e chi - per un motivo o per l’altro - ha deciso di non farlo (una minoranza rumorosa). In Svizzera le tensioni si sono fatte pesanti. Le proteste di piazza hanno preso una cadenza settimanale; a partire da Piazza federale per poi toccare tante altre città svizzere e ticinesi. Gli animi si sono esacerbati. E sono nati anche gruppi che si sono schierati apertamente contro il Consiglio federale. Proprio loro - in primis “Gli Amici della Costituzione” - hanno lanciato due referendum contro la Legge Covid-19 - il primo passato dalle urne a giugno, il secondo a novembre - entrambi bocciati dal popolo. 

Il certificato e le G
Un clima di tensione che si è ulteriormente acuito con l’introduzione e l’utilizzo del certificato Covid-19. Messo a punto da Berna a maggio, ovvero nel momento in cui la società si apprestava a uscire da un lungo periodo di chiusure (seppure non generalizzate come nel 2020) durato quasi sei mesi, ed entrato in vigore il mese successivo, il certificato è stato additato dagli scettici come mezzo di controllo del popolo (con paragoni vieppìù imbarazzanti). Il passaporto vaccinale è diventato in seguito centrale nella lotta alla pandemia, permettendo alle autorità di fugare (per ora) lo spauracchio di un ulteriore lockdown che avrebbe avuto conseguenze catastrofiche in molti ambiti (economia in primis). Con il peggiorare della situazione sanitaria avvenuta a dicembre, Berna ha però optato per un ulteriore giro di vite nel suo utilizzo, cancellando di fatto la terza G (quella dei testati) e coniando il (contestato) 2G+.

Da Alfa a Omicron
La prima variante a diventare dominante nel 2021 è stata quella inglese. Approdata in Svizzera poco dopo Capodanno, e successivamente rinominata con la prima lettera dell'alfabeto greco (Alfa), questa mutazione è stata poi spazzata via dalla variante Delta che dall’India (luogo in cui è stata rinvenuta la prima volta) si è imposta in tutto il globo. La Delta, molto più contagiosa e con sintomi piuttosto seri, ma ben coperta da due dosi di vaccino, ha infine ceduto il trono di variante dominante a Omicron, che in un batter d’ali si è diffusa in ogni parte del mondo. Una variante, quella scoperta in Sudafrica, che sta dando filo da torcere alle autorità sanitarie di tutti i Paesi per la sua capacità di bucare - col passare del tempo - le due dosi di vaccino e per la sua contagiosità senza eguali. Ed allora è partita la corsa alla terza dose, in Svizzera come in Ticino. Nella speranza che come sostengono alcuni ricercatori Omicron - che dalle prime evidenze scientifiche (non ancora confermate) pare dare sintomi generalmente più blandi - possa tramutarsi in Omega e diventare «il primo virus post-pandemia». Nella speranza che quella normalità promessa, cercata e anelata nel 2021, possa concretizzarsi con l’anno nuovo. Per ritrovare nel 2022 quella vita che abbiamo perduto allo scoppio della maledetta pandemia.

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