Toti non ci sta, ma tutta la Liguria resta sulla "lista nera"

La Regione chiedeva una limitazione solo per le aree maggiormente colpite dal contagio
«Gli Stati confinanti vengono analizzati a livello regionale - risponde l'UFSP -. Farlo per località sarebbe impossibile».
BERNA - L’UFSP ha aggiornato ieri la lista dei Paesi "a rischio" di contagio da coronavirus, aggiungendo (tra le altre) la Liguria. Una decisione che non è piaciuta all'Italia. Il presidente della Regione, Giovanni Toti, ha definito «squilibrata» la scelta svizzera di «considerare l'intera Liguria una situazione omogenea» e inserirla nella "lista nera", visto che la circolazione del virus è alta solo in alcune zone. Ma l'Ufficio federale della sanità pubblica non ha intenzione di fare un passo indietro.
L'UFSP lo ha confermato questa mattina su richiesta all'agenzia di stampa Keystone-ATS. La situazione epidemiologica degli Stati confinanti viene infatti valutata a livello regionale. Sarebbe impossibile analizzare ogni singola località. Un Paese entra a far parte della "lista nera" se registra più di 60 nuove infezioni ogni 100'000 abitanti negli ultimi 14 giorni. E in Liguria questo dato si attesta attualmente a 80.
La regione Liguria ha scritto ieri sera al console generale di Svizzera in Italia (e per conoscenza al ministro degli Esteri Di Maio) affinché «le autorità svizzere tornino su una decisione che risulta falsata da dati disomogenei sul territorio regionale» oppure, in subordine, «limitino le proprie prescrizioni alle sole aree regionali maggiormente colpite dal contagio». Ma la risposta da oltre Gottardo sembra essere (almeno per il momento) "no". Da lunedì 28 settembre, dunque, chiunque rientrerà da una località ligure dovrà rimanere in quarantena per dieci giorni.




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