Un vaccino non prima di dieci mesi

Secondo il presidente del cda di Swiss Re ne beneficeranno prima i gruppi a rischio, poi il personale medico
BERNA - Swiss Re conta su un vaccino contro il coronavirus non prima di febbraio 2021. Lo ha detto il presidente del consiglio di amministrazione, Walter Kielholz, alle testate del gruppo CH-Media di oggi.
«Il mondo tornerà alla normalità solo quando ci sarà un vaccino contro il Covid-19», ha sottolineato il manager di 69 anni. «Prima di allora, ci saranno probabilmente farmaci efficaci per combattere i sintomi. Ma il punto decisivo, la "partita finale" è il vaccino, che sarà utilizzato prima nei gruppi a rischio, poi nel personale medico e infine in quante più persone possibile», ha detto Kielholz.
La politica - Il vaccino deve essere prima testato ampiamente in modo che non si verifichino «pasticci» e che la popolazione abbia fiducia e si lasci vaccinare. Tuttavia, fino a quando non sarà disponibile, per Kielholz serve semplificare. «La destra dice che dovremmo chiudere i confini per sempre, ma ignora il fatto di essere curata da stranieri negli ospedali. I Verdi sono contenti che non ci siano più voli. E per la sinistra il colpevole è comunque già chiaro: il capitalismo, che ha fallito».
Riaprire i negozi - Inoltre, il manager critica il fatto che al momento gli esperti del settore medico si mettano così in mostra. «Le loro conoscenze sono molto richieste, ma sempre più spesso sorge la domanda: chi governa effettivamente il Paese?», ha detto Kielholz. Ritiene che si stia avviando un contro-movimento e che la politica voglia tornare a decidere da sola sugli sviluppi nel Paese. L'allentamento delle misure? «Non capisco perché le gioiellerie o i negozi di mobili, per esempio, debbano rimanere chiusi. Potrebbero riprendere l'attività se le norme igieniche fossero rispettate. Questo vale anche per altri negozi, come quelli di abbigliamento», ha detto Kielholz.




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