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ZURIGOConfermati i sei mesi per il siriano evaso con la secondina

13.10.17 - 17:00
Hassan Kiko ha ammesso oggi di avere chiesto «alcune volte» all'ex secondina che si era invaghita di lui di lasciare aperta la porta della sua cella
Keystone
Confermati i sei mesi per il siriano evaso con la secondina
Hassan Kiko ha ammesso oggi di avere chiesto «alcune volte» all'ex secondina che si era invaghita di lui di lasciare aperta la porta della sua cella

 

ZURIGO - Sei mesi da scontare per istigazione all'aiuto all'evasione di detenuti: questa la pena supplementare confermata oggi dal tribunale d'appello per il detenuto siriano di 29 anni che nel febbraio 2016 evase dalla prigione di Dietikon (ZH) con l'aiuto di una secondina.

Davanti al Tribunale cantonale di Zurigo, Hassan Kiko - questo il nome del detenuto - ha ammesso oggi di avere chiesto «alcune volte» all'ex secondina che si era invaghita di lui di lasciare aperta la porta della sua cella.

Non ci sarebbe però mai stata nessuna forma di pressione. «Non ho nulla con cui mettere sotto pressione qualcuno», ha detto il 29enne, che oggi considera una «stupidaggine» l'idea di fuggire in Italia. La corte ha tuttavia confermato la sentenza emessa lo scorso maggio dal Tribunale distrettuale di Dietikon (ZH).

Hassan Kiko si è già visto confermare nel dicembre di un anno fa in seconda istanza una condanna a 4 anni di prigione per lo stupro di una ragazza di 15 anni. Il siriano, arrivato in Svizzera nel 2010, ha alle spalle anche due precedenti condanne per reati a sfondo sessuale ed ha accumulato sette anni di carcere da scontare.

La storia d'amore fra il detenuto siriano e l'ex secondina sembra durare: i due si si sono sposati lo scorso mese di luglio nel penitenziario di Lenzburg (AG), dove l'uomo è detenuto.

La 34enne, che oggi porta il cognome Kiko, è stata a sua volta condannata lo scorso mese di gennaio a 15 mesi di prigione con la condizionale per aiuto all'evasione. La sentenza è passata in giudicato. La donna non era presente oggi al dibattimento.

Il marito ha raccontato che la donna lo può visitare una volta alla settimana in carcere, precisando che gli incontri vengono costantemente sorvegliati.

I due erano fuggiti la notte dell'8 febbraio 2016 dal carcere zurighese, dove il siriano era detenuto in regime di carcerazione di sicurezza. Erano riusciti a far perdere le tracce, dirigendosi in macchina in Italia. Dopo una fuga d'amore durata sei settimane, sono stati arrestati dai Carabinieri nelle prime ore del 25 marzo in un appartamento a Romano di Lombardia (Bergamo) e in seguito estradati.

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