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SVIZZERANessuna traccia di radioattività nel tartufo di Borgogna, 30 anni dopo Chernobyl

25.02.16 - 14:00
L'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio si è detto «molto sorpreso» da questa scoperta
Foto Fotolia
Nessuna traccia di radioattività nel tartufo di Borgogna, 30 anni dopo Chernobyl
L'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio si è detto «molto sorpreso» da questa scoperta

BERNA - Quasi trent'anni dopo il disastro di Cernobyl, molti funghi continuano a essere radioattivi. Uno studio realizzato da ricercatori svizzeri e tedeschi ha però rivelato oggi che il tartufo di Borgogna non contiene più tracce di cesio-137.

Lo ha comunicato oggi l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL), che afferma di essere «molto sorpreso» da questa scoperta.

Nessuno dei funghi analizzati presentava la minima quantità dell'isotopo radioattivo, hanno raccontato gli studiosi al giornale specializzato "Biogeosciences". La ragione rimane sconosciuta, ma potrebbe avere a che fare con il suo processo d'integrazione delle sostanze nutritive.

Dopo la sciagura nucleare dell'aprile 1986, vento e pioggia avevano fatto sì che le particelle di cesio-137 si espandessero in tutta Europa. Ancora oggi, la situazione è costantemente monitorata e i funghi, per la loro capacità di assorbire le radiazioni, sono considerati uno degli organismi viventi più a rischio in questo senso. Nel cosiddetto tartufo dei cervi, considerato meno pregiato, sono state effettivamente rilevate tracce di cesio-137.

Il rinomato tartufo di Borgogna può essere considerato sicuro in Svizzera, mentre al momento non si sa se lo stesso si possa dire per quelli di regioni più vicine a Cernobyl quali l'Austria centrale, la Bielorussia o il nord dell'Ucraina, precisano i ricercatori.

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