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HCL - L'ANALISIBentornato powerplay, bentornato Lugano

14.03.14 - 10:12
Gara-2 di playoff ha chiarito una cosa: i bianconeri ci sono e sono più vivi che mai. Con questa mentalità e questa attitudine nulla è precluso alla truppa di Fischer
Ti-Press / Carlo Reguzzi
Bentornato powerplay, bentornato Lugano
Gara-2 di playoff ha chiarito una cosa: i bianconeri ci sono e sono più vivi che mai. Con questa mentalità e questa attitudine nulla è precluso alla truppa di Fischer
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LUGANO – I numeri, a volte, spiegano meglio di mille parole una partita, una situazione e il possibile cambio di equilibrio in una serie di playoff. Fino a giovedì sera alle 20.15 in tanti pensavano che il Ginevra era l’avversario peggiore d’affrontare nella post season per il Lugano, vista la fisicità dei ragazzi di McSorley, vista la difficoltà cronica incontrata durante la stagione non solo di vincere, ma addirittura di superare Stephan e per la qualità degli stranieri delle Aquile: in 60’ ogni pezzetto di questo puzzle è stato smontato.

A pensare che quello visto sotto le volte della Resega sia lo stesso Lugano visto a Ginevra 48 ore prima ci sarebbe da non crederci: i bianconeri sono entrati in pista con un piglio diverso – forse dovuto al pubblico amico, o alla necessità di vincere, o ai quattro stranieri d’attacco schierati da Fischer – e hanno messo subito in difficoltà il Ginevra che l’ha buttata sul fisico. Questa volta il Lugano ha retto l’urto e le penalità e il nervosismo l’hanno fatta da padrone tra le fila di Bezina (penalità di partita e quasi sicuramente assente sabato sera) e compagni.

Abbiamo toccato il tema della difficoltà cronica di vincere e segnare: Stephan giovedì sera è stato superlativo, ha parato un’enormità di conclusioni verso la sua porta ma alla fine ha dovuto soccombere, anche perché questa volta i bianconeri hanno lavorato davanti lo slot, hanno creato traffico e hanno saputo sfruttare il powerplay.

Il powerplay, appunto, questo misterioso aspetto dell’hockey che ultimamente non dava i suoi frutti; in gara-2 i ginevrini hanno subito 17 (!) penalità minori, più una di 5’ più una disciplinare di 10’: chi più ne ha, più ne metta. Alla fine hanno pagato dazio anche perché il gol di Ulmer – oltre a sbloccare il risultato – ha permesso ai bianconeri di togliersi di dosso quel senso di “non voler sbagliare” con l’uomo in più. Tornato il powerplay, guarda che caso, è tornata la vittoria.

Dopo gara-1 avevamo osannato Dagavins e Lombardi che a Ginevra avevano fatto la parte del leone; giovedì sera qualcuno si sarà chiesto che fine abbiano fatto le due bocche da fuoco dei romandi. Tutta la squadra bianconera è stata brava a mettere la museruola ai due bomber e sono stati, invece, gli stranieri del Lugano a salire in cattedra. Pettersson a tratti è stato incontenibile, Irmen alla prima in maglia ticinese ha stupito davvero tutti e si è dimostrato fisico e tecnico, McLean ha lottato come un leone su ogni disco, Lehtonen ha dato fisicità al reparto offensivo. A dirla tutta, però, è stata tutta la squadra ad offrire una prestazione di tutt’altro tenore rispetto a martedì; per dirla alla Sannitz: “martedì abbiamo giocato proprio male”.

Con questa mentalità i sottocenerini possono guardare con fiducia alla sfida di sabato: una vittoria in trasferta, ricordiamolo, è obbligatoria per accedere al turno successivo

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