Chiacchierata con l'addetto stampa dell'Ambrì Matteo Parisi: «In questi giorni sentiamo parlare solo italiano e dialetto»
DAVOS – Quella della Coppa Spengler non è una prima soltanto per gran parte della rosa biancoblù. Le emozioni grigionesi stanno contagiando pure Matteo Parisi, addetto stampa del club leventinese. Anche per lui si tratta dell’esordio assoluto in terra grigionese: le sue giornate sono piacevoli ma allo stesso tempo impegnative. Non ci si ferma un attimo, richieste d'interviste e materiale social: tutto questo, e molto altro, passa infatti tra le sue mani…
«Per me è la prima volta, non ero mai venuto a seguire questo torneo nemmeno da tifoso. È fantastico, l’ambiente è eccezionale. Qui a Davos in questi giorni sentiamo parlare solo italiano e dialetto»
Qual è la cosa che ti ha colpito di più fino ad oggi?
«L’ambiente della prima partita è stato qualcosa di unico e anche inaspettato. Sentire tutta la pista intonare “La Montanara” mi ha messo i brividi, soprattutto perché non eravamo alla Valascia».
Una manifestazione che vi sta dando molta visibilità anche sui social...
«Proprio così. La foto scattata al termine della prima partita con i giocatori assiepati sotto la Curva del Davos (la foto del nostro articolo, ndr), ha fatto il record di like della nostra pagina Instagram (oltre 6'800). È uno scatto bellissimo poiché i tifosi hanno estratto le loro sciarpe in modo spontaneo e naturale».
Tanta visibilità e tanti apprezzamenti...
«Qui a Davos abbiamo guadagnato circa 600 follower in più. Anche su Twitter sto notando tantissima gente che elogia le qualità della squadra, del tifo e del nostro spirito. Quanto sono importanti i social per una società sportiva? Sono fondamentali. Più si va avanti e più lo diventano, soprattutto Instagram, uno dei mezzi a nostra disposizione per poter veicolare l'immagine della società».
Le tue giornate, malgrado il clima disteso, sono molto impegnative...
«Qui alla Spengler ci sono molti più media interessati rispetto ad altre circostanze. Vi faccio un esempio: nella pausa tra il primo e il secondo tempo della gara contro l'UFA ho ricevuto ben quattro richieste d’interviste flash. Solitamente nelle gare più seguite la richiesta è al massimo una. Così come alla fine della stessa partita sono stato "assaltato" da un numeroso gruppo di giornalisti. Questo aiuta a capire quanto interesse ruoti attorno a questa manifestazione».
Sei a contatto con i giocatori in modo costante. Cosa puoi dirci di loro?
«Li ho visti particolarmente emozionati poiché anche per loro non era facile immaginare un simile ambiente».
Il tuo è un lavoro invidiato: sei a contatto 24 ore con gli idoli di molti tifosi...
«Devo dire di sì, sono molto privilegiato. I ragazzi sono come li si vede dall’esterno, è un gruppo molto unito, come in una grande famiglia in cui è facile integrarsi. Questo facilita anche il mio compito».
Qual è il giocatore dell'Ambrì al quale piacciono di più le interviste?
«Direi Ngoy, sempre sorridente, disponibile e mai banale. In generale però posso assicurare che nessuno si lamenta quando deve andare a rispondere alle domande dei giornalisti».