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ERSTE LIGAScandella, da Ambrì a Budapest: «Lavoro per il Vasas e la Federazione»

20.12.18 - 07:01
Il 54enne, dopo 10 anni in Leventina, si è lanciato in una nuova avventura: «Doppio incarico stimolante. Spengler col Canada? Felice, non si smette mai di imparare. Del Curto? Ha l'hockey nel sangue»
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Scandella, da Ambrì a Budapest: «Lavoro per il Vasas e la Federazione»
Il 54enne, dopo 10 anni in Leventina, si è lanciato in una nuova avventura: «Doppio incarico stimolante. Spengler col Canada? Felice, non si smette mai di imparare. Del Curto? Ha l'hockey nel sangue»
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BUDAPEST (Ungheria) - Dal Ticino all’Ungheria, più precisamente a Budapest, dove lavora per la Federazione e il Vasas SC, club di Erste Liga. Chiusa la lunga avventura ad Ambrì, dove era arrivato nel 2008 e dal quale si è separato consensualmente lo scorso mese di maggio, Diego Scandella si è subito lanciato in una nuova avventura. In Leventina l’italo-canadese è stato assistente allenatore della Prima squadra per 8 stagioni, ricoprendo nell’ultimo periodo - dal 29 ottobre 2016 in poi - diversi ruoli con grande dedizione e flessibilità (è stato anche head coach delle categorie Mini e Juniori Élite).

«Conclusa l’esperienza ad Ambrì sono stato contattato dal ds del Vasas - Levente Szuper, ex portiere che ho allenato con la Nazionale Ungherese - e dal segretario generale della Federazione ungherese. Mi hanno proposto un doppio incarico e ho accettato», spiega Diego Scandella, che in passato aveva già ricoperto il ruolo di assistant coach della Nazionale ungherese (2005-2009; 2012-2017).

Come ti trovi? «È molto stimolante, non lavoro con una sola formazione, ma mi occupo dello sviluppo dei giocatori. Lavoro con ragazzi dagli 8 anni fino alla Prima squadra che milita in Erste Liga. Come consulente collaboro e vado sul ghiaccio con tutti gli allenatori che fanno parte di questa piramide».

In cosa consiste il progetto del Vasas? «Se devo fare un paragone, è un club che assomiglia ai Ticino Rockets. È una squadra che esiste da quest’anno ed è composta da tanti giovani. Nella Lega non c’è relegazione, si vuole sfruttare questa possibilità per far crescere al meglio i ragazzi del posto. Ogni team può schierare 6 stranieri, noi ne abbiamo solo uno poiché i mezzi sono limitati: non si vogliono “buttare” soldi e allo stesso tempo si punta sullo sviluppo dei ragazzi. L’unico import è il portiere estone Koitmaa. L'head coach è Balazs Ladanyi, ex attaccante che ho allenato in Nazionale e conosco molto bene: è considerato uno dei più forti giocatori ungheresi di sempre».

In Ungheria stanno aumentando i finanziamenti per far crescere tutto il movimento hockeistico.
«Proprio così. Al momento mancano gli impianti. Il governo ne è consapevole e sta investendo, ha inoltre stimolato le aziende a sostenere i settori giovanili a livello di sponsorizzazione. Ora stanno costruendo diversi impianti ed è un passo fondamentale: non sono piste enormi, ma funzionali per la crescita del movimento».

Per crescere chiedono “aiuto” anche a gente d'esperienza, che ha toccato con mano i campionati più prestigiosi. «Sicuramente. Per sette anni il direttore tecnico della Federazione è stato Glen Williamson (passato anche da Lugano, ndr), mentre adesso c’è lo svedese Jim Brithen. Ha lavorato in tutta Europa e anche oltreoceano».

Lavoro in Ungheria... ma non solo. Di recente il Team Canada, che alla Spengler andrà a caccia del quarto trionfo consecutivo, ha annunciato che proprio Scandella fungerà da video coach.
«Non mi aspettavo la “chiamata”, era dal 2012/13 che non lavoravo più con loro. Sono contento, fa molto piacere, non si smette mai di crescere e imparare. Ora è già da diverso tempo che stiamo lavorando per preparare la Spengler, uno dei tornei più belli d’Europa con un ambiente super».

Sarà anche la prima Spengler del post-Del Curto... dopo le dimissioni del coach lo scorso 27 novembre.
«Vero... Arno è un personaggio importantissimo per l'hockey svizzero. Spero vivamente che prima o poi rientri nel giro. Ha fatto tanto e vinto molti titoli. È un uomo da cui c’è solo da imparare. Voglia di tornare in sella? Ce l’ha nel sangue. Non so quanto resisterà lontano dal ghiaccio. Ha ancora energia».

Ultime battute sulla (combattutissima) National League.
«Il campionato è “stretto”, basta un weekend negativo per trovarsi sotto la riga. Resterà così fino alle fine: è veramente molto ma molto bello da vedere».

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