Kevin Schläpfer ha ricordato i problemi avuti l'anno passato e guardato a Lugano e calendario: «La nuova Arena è stata uno shock. Elvis il top. Due partite in due giorni? Lega da bocciare»
BIENNE - 24 punti nei primi venti match dell'anno passato, 22 punti nei dodici confronti fin qui disputati in questa stagione: non si può dire che il Bienne non abbia imparato dai propri errori, non si può dire che non abbia cominciato il nuovo campionato con il piede giusto. In grande difficoltà dodici mesi fa, i bernesi si sono presentati al via della nuova corsa carichi, concentrati, compatti. E hanno fino a ora raccolto grandi risultati. Non lasciatevi ingannare dalla squadra che domenica ha balbettato a Lugano: Hiller e soci sono fatti di ben altra pasta...
«Quello della Resega è stato un Bienne molle, lento, senza energia - ci ha confermato coach Kevin Schläpfer - ma purtroppo non mi aspettavo nulla di diverso. Eravamo reduci dal match della sera prima in casa contro il Losanna. Eravamo reduci dal viaggio verso il Ticino. Sapete una cosa? Io odio il doppio confronto in così poco tempo. Non ha senso. La Lega dovrebbe finirla di proporre un programma del genere».
Pur senza brillare il Lugano vi è stato superiore.
«Assolutamente, ha meritato di vincere. Ma non è una sorpresa: quella bianconera è una grande squadra, con un grandissimo potenziale».
Che può arrivare dove?
«Le favorite per il successo in campionato sono Berna e Zurigo. Dietro a queste, però, le compagini che davvero possono fare il colpo sono Lugano e Zugo. Doug Shedden ha per le mani un gruppo con tanta qualità, un gruppo che a livello offensivo, è fortissimo».
"Dietro" invece i bianconeri sono pochini...
«Però hanno Merzlikins. Elvis è fenomenale, è il miglior giocatore della squadra. Se para bene, se è continuo ai livelli che ha già dimostrato di valere, allora il Lugano può davvero sperare di vincere il titolo».
E il Bienne?
«Siamo partiti bene ma questo non dà garanzie: il campionato è infatti davvero lungo. Abbiamo appena sette punti più dell'Ambrì, che è decimo, quindi non possiamo rilassarci. La verità è che, con questa classifica, se perdi un paio di partite tutto diventa più complicato. Comunque vogliamo entrare nella top-8. Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo ai nostri tifosi».
Qual è il segreto del vostro successo: bastava ingaggiare Hiller per crescere?
«Jonas e qualche altro giocatore - ha aggiunto ridendo Schläpfer - Siamo più tranquilli, siamo più sereni...».
Perché non lo siete stati in passato?
«La nuova Arena ci ha creato più di un disagio».
In che modo?
«Grandi spazi, grande pressione... Mi spiego: nella nuova casa, l'anno passato, avevo una stanzetta solo mia. Tutto molto bello, non c'è che dire, solo che questo mi ha portato lontano dallo spogliatoio, lontano dalla squadra. Ero più comodo ma non "sentivo" le sensazioni del gruppo, non capivo... mentre tutto andava a rotoli. E questo alla lunga ha pesato. Ne sono convinto. Per quanto riguarda le pressioni, invece... provate voi a dover vincere sempre per giustificare il nuovo impianto. Non è certo semplice. La nuova Arena è stato un problema, uno shock. Ma non solo per noi. Guardate il Langnau: con la nuova pista pensava di arrivare ai playoff e invece è finito in LNB».