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LNA“La Svizzera agli svizzeri, che bello. Io ad Ambrì? Quando finisco a Davos..."

25.12.15 - 19:47
Félicien Du Bois ha applaudito la chiamata di Fischer (più Felix Hollenstein e Reto von Arx) e non ha chiuso a un suo ritorno in biancoblù: “Tra un paio d'anni vediamo”
“La Svizzera agli svizzeri, che bello. Io ad Ambrì? Quando finisco a Davos..."
Félicien Du Bois ha applaudito la chiamata di Fischer (più Felix Hollenstein e Reto von Arx) e non ha chiuso a un suo ritorno in biancoblù: “Tra un paio d'anni vediamo”
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DAVOS - "La Nazionale? Siamo stati tra svizzeri, è stato piacevole". Con poche parole, semplici, quasi banali - Félicien Du Bois ha saputo raccontare al meglio il nuovo corso della Selezione rossocrociata. Quella che da qualche settimana è stata affidata agli svizzerissimi Patrick Fischer, Felix Hollenstein e Reto Von Arx.

Protagonista come tanti all’Arosa Challenge, il difensore 32enne - che nelle ultime partite dell’anno ha affrontato in sequenza Ambrì e Lugano - ha applaudito la scelta della Federazione di chiamare uno staff totalmente “nostro”.

“C’era molta curiosità al momento delle convocazioni - ha confermato Félicien - volevamo capire, toccare con mano, quello che sarebbe accaduto. Devo ammettere che ha fatto enorme piacere trovare al raduno persone che già conoscevamo tutti molto bene. Io, per esempio, ho avuto Hollenstein a Kloten per anni, ho avuto la possibilità di giocare con von Arx fino a pochi mesi fa e con Fischi ho diviso lo spogliatoio in Nazionale”.

Un bel salto da Simpson-Hanlon…
“Eravamo abituati a trovare dei canadesi, magari con maggiore esperienza internazionale rispetto a quelli che ci sono ora, ma tutti da scoprire. Con i loro modi e metodi. Con Fischer, Felix e Reto non ci dovremo invece abituare… sappiamo già chi sono e cosa vogliono”.

Dalle tue parole traspare grande entusiasmo.
“Devo ammettere che è stato bello. Certo, non abbiamo avuto modo di lavorare molto e nelle partite ancora non si è visto tutto il nostro potenziale. Ma va bene così, era scontato fosse così. Importante, in ogni caso, era provare a mettere in pratica gli input ricevuti. I nuovi coach vogliono solo farci giocare a hockey. Ho visto attitudine positiva, tutti abbiamo lavorato remando nella medesima direzione”.

In Nazionale hai trovato Pestoni, fresco di firma a Zurigo. Inti era una bandiera dell’Ambrì. Tu in Leventina sei cresciuto…
“Ho un ottimo ricordo del posto, del club. Lì ho trascorso anni importanti, molto belli”.

Potresti magari prendere il posto del “Pesto” come simbolo biancoblù.
“Non ho mai programmato un ritorno in Ticino. Al momento ho ancora un contratto lungo con il Davos (questa stagione più le prossime due, ndr), però in futuro non si può mai dire. Non voglio chiudere la porta...”.

Cosa potrebbe frenarti?
“Al termine del mio accordo con i giallorossi avrò 34 anni. A quel punto, per capire che fare, dovrò valutare molti fattori. Come starò fisicamente, se avrò ancora voglia… Se ce ne saranno le condizioni, si potrà anche discutere”.

Com’è lavorare con Del Curto? Ogni anno partite tra mille dubbi e poi arrivate in fondo…
“Qui non c’è pressione. Arno è davvero un allenatore molto bravo, tecnicamente e a prendere su di sé tutta la pressione. Con lui non puoi mollare un centimetro ma seguendo i suoi ordini puoi arrivare lontano”.

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COMMENTI
 

Ambri1950 8 anni fa su tio
Il Davos porta i colori giallo / blu!!!!

Ambri1950 8 anni fa su tio
Il Davos porta i colori giallo blu e non rosso!!!!
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