Arno Rossini: «Il Chelsea come il Lugano... con le debite proporzioni»
«Non so quante volte, in stagione, il Manchester City sia rimasto a secco»
PORTO - La stagione dei club si è ufficialmente chiusa con la finale di Champions League; quella delle nazionali entrerà nella sua fase calda tra una decina di giorni, quando scatterà l’Europeo. Ora siamo in una terra di mezzo carica di amichevoli e voci di mercato. Un sogno per chi ama il chiacchiericcio pallonaro, un incubo per chi, invece, vive solo di campo. Questa pausa - che tanto pausa non è - è però utile anche per tirar le somme di quel che è stato e per provare a immaginare quel che sarà.
«Partiamo dalla finale di Champions League? Ha domandato Arno Rossini».
Partiamo da quella. Per mesi si è detto - anche noi lo abbiamo fatto - che in Europa si vince solo con la difesa a quattro, che serve programmazione e che il City era praticamente imbattibile. Poi è arrivato il Chelsea, che “dietro” gioca a tre e che ha un mister da appena sei mesi…
«È la bellezza di questo sport, uno sport nel quale di scontato o “matematico” c’è poco o nulla. I Citizens erano i grandi favoriti ma la finale l’hanno tatticamente dominata i Blues, che hanno vinto con merito».
La cosuccia del modulo?
«Il Chelsea gioca bene. Soprattutto è estremamente compatto. E così facendo è riuscito a far valere le proprie caratteristiche. In quanto a qualità il Manchester City era, è, nettamente superiore; con un terzetto difensivo molto attento nonostante l’uscita di Thiago Silva, dei centrocampisti bravi a recuperare e ripartire - Kanté ha corso per quattro - e attaccanti veloci e precisi, i londinesi hanno tuttavia dominato il campo. E vinto partita e coppa».
Un gioco speculativo. Come quello - con le debite proporzioni - per il quale Maurizio Jacobacci è spessissimo stato criticato a Lugano.
«Con le debite proporzioni: il livello è proprio un altro. Ma in fondo è così. Il calcio alla fine è molto semplice: devi subire un gol meno dell’avversario o farne uno in più. Se hai una difesa solida e qualità davanti ha senso scegliere la prima soluzione. E se sei bravo puoi arrivare ovunque».
Il City gioca invece per segnare un gol in più.
«Non so quante volte, in stagione, sia rimasto a secco. Non ha trovato la porta nella partita più importante, per demeriti suoi e per i meriti dell’avversario».
E Tuchel che in sei mesi vince la coppa?
«Ha dato ordine ed equilibrio a un buonissimo spogliatoio. Tatticamente è stato bravo, a livello umano molto di più. Nella sfida di Porto, io il Chelsea l’ho visto più squadra. Più gruppo. E questo alla fine fa quasi sempre la differenza».
Tra gli episodi di quella partita che molto hanno fatto discutere c’è stato lo scontro Rudiger-De Bruyne. Secondo Roberto Martinez, selezionatore del Belgio, il tedesco è stato fin troppo violento. L’ha fatto apposta.
«Ma no, non sono d’accordo. Secondo me è stato un semplice scontro di gioco. Non c’era volontà di far male».
Guardiamo all’Europeo: De Bruyne ha il setto nasale e un’orbita oculare fratturati. Se è “rotto” o non al meglio è un problema per le Furie Rosse?
«Il 29enne sa fare tutto. È uno dei primi cinque giocatori al mondo. Quale squadra potrebbe non risentire dell’assenza o della scarsa condizione di un calciatore del genere?».
Il Belgio è una delle grandi favorite per il successo finale.
«Se De Bruyne giocherà e lo farà da De Bruyne, il Belgio potrà tranquillamente arrivare fino in fondo».
Altrimenti sarà dura?
«Senza il centrocampista, potrebbe aver perso l’Europeo ancora prima di averlo cominciato».