«Se ogni volta che uno sbaglia venisse messo in disparte avremmo rose da 74 giocatori»

Yann Sommer è finito sulla graticola dopo l'errore commesso nell'ultimo derby. Ma un'icona interista come Walter Zenga lo difende: «Ha grande personalità e una costanza di rendimento molto elevata».
Yann Sommer è finito sulla graticola dopo l'errore commesso nell'ultimo derby. Ma un'icona interista come Walter Zenga lo difende: «Ha grande personalità e una costanza di rendimento molto elevata».
MILANO - Sedia svizzera. Puffo. Nano. Questa è solo una piccola raccolta della (lunghissima) serie di commenti ingiuriosi sui social rivolta dai tifosi dell’Inter a Yann Sommer, reduce da un inizio di stagione non proprio scintillante. Accusato di essere il principale artefice della sconfitta nel derby della Madonnina, all’ex nazionale elvetico vengono imputati anche i rovesci patiti in casa della Juve (4 gol sul groppone) e del Napoli (altri 3).
Insomma sei mesi dopo i miracoli su Yamal, Yann è passato da salvatore della Patria a nemico pubblico numero 1. Dal paradiso all’inferno. Ma la caduta - accelerata dal Diavolo Saelemaekers e dalla sua palla avvelenata - è veramente tale? O con il 36enne estremo difensore elvetico si sta semplicemente esagerando?
Ne abbiamo parlato con Walter Zenga, icona del mondo nerazzurro con 328 presenze in Serie A e più in generale del calcio italiano. «Quello che viene scritto sui social non andrebbe nemmeno commentato», ha esordito al telefono l'ex numero 1 dell'Inter. «Sei mesi fa dopo la partita contro il Barcellona Yann era idolatrato, mentre oggi viene messo sulla graticola». Ed è proprio questa mancanza di equilibrio nei giudizi a infastidire. «Chi in carriera non ha commesso errori?», chiede retoricamente Zenga riferendosi alla rete incassata da Sommer nel derby. «E se di errore vogliamo parlare allora la responsabilità è da condividere con Akanji che invece di scattare verso il pallone si ferma. Non si fosse bloccato il gol non ci sarebbe mai stato e i profani, coloro che non hanno mai giocato in porta, ricorderebbero solo la parata di Yann».
D'altronde il ruolo del portiere è (da sempre) ingrato. Un numero uno può fare diversi interventi decisivi, ma alla fine verrà ricordato per quello che non è riuscito a effettuare. «L'Inter con il Milan ha tirato in porta venti volte e ha pure sbagliato un calcio di rigore, ma tutti puntano il dito contro Sommer e il suo errore. Ma il calcio - ha ricordato Zenga - è uno sport di squadra». Insomma si vince e si perde tutti insieme.
Per Zenga, Sommer resta quindi un buon portiere e una presenza fondamentale nel gruppo interista. «Yann è un ragazzo straordinario e un giocatore dal quale non si può prescindere sia in campo che nello spogliatoio. Ha grande personalità e una costanza di rendimento molto elevata. Tre giorni dopo il derby - e io ero là, ha sottolineato il 58 volte nazionale italiano - ha fatto una partita di spessore a Madrid in un ambiente molto complicato».
C'è però chi invoca a gran voce un cambio della guardia, anche perché Sommer va per i 37 anni - li compirà il 17 dicembre - e questa potrebbe essere l'ultima sua stagione all'Inter. «Martinez ha già avuto e avrà ancora le sue chance. Per quanto riguarda Yann il suo futuro verrà scritto in accordo con la società. Sono gli unici a sapere quello che accadrà. Ovvero se il giocatore rimarrà a fare la "chioccia" oppure sceglierà di andare altrove o di terminare la carriera». Di una cosa, però, l'Uomo Ragno è sicuro: ovvero che un errore può capitare a tutti. Anche ai migliori. «Chi ha giocato a calcio lo sa bene. D'altronde se ogni volta che uno sbaglia venisse messo in disparte avremmo squadre con rose da 74 giocatori».





