Le critiche allo stadio, le minacce sui social, la reazione piccata e la fascia levata: storia di un amore finito e di una cessione inevitabile
LONDRA (GBR) - "Granit Xhaka non è più il capitano dell'Arsenal", ha sentenziato Unai Emery. "Il futuro di Granit Xhaka? Ora deve lavorare tranquillo. Il futuro che conta adesso è solo quello della squadra", ha aggiunto il tecnico 48enne.
Due frasi che, di fatto, chiudono la carriera da Gunners dello svizzero. Fischiato allo stadio e minacciato sui social, il 27enne rossocrociato ha mandato a quel paese i tifosi quando, durante la gara contro il Crystal Palace, è stato sostituito. Le pubbliche scuse - più imposte dalla società che sentite - non sono bastate per far rientrare la crisi e così, loro malgrado, a Londra sono stati costretti a prendere una decisione forte. Per non rendere ancora più incandescente l'ambiente, i dirigenti dell'Arsenal hanno parcheggiato in un angolo il mai continuo centrocampista, l'hanno levato dalla luce dei riflettori.
Per tutelarlo, si è detto. La realtà è che all'Emirates Stadium stanno pensando più alle loro casse che alla sensibilità di Granit. Pagato 45'000'000 di euro nel 2016 e garantitogli, nel 2018, un contratto fino al 2024, Xhaka è un patrimonio per il club, un "asset" dal quale i dirigenti vogliono ottenere il più possibile. Quando? A gennaio, nella prima finestra di mercato disponibile. A Londra sperano che qualche altra società sia disposta a versare almeno 20-25'000'000 per prendersi la patata bollente.