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L'OSPITELa carota ai ricchi, il bastone ai poveri. Tipico UDC

07.11.13 - 09:24
Francesco Maggi, capogruppo dei Verdi in Gran Consiglio
Ti-Press (archivio)
La carota ai ricchi, il bastone ai poveri. Tipico UDC
Francesco Maggi, capogruppo dei Verdi in Gran Consiglio

Di accattivante, l’iniziativa dell’UDC a favore delle famiglie - sulla quale ci dovremo esprimere il prossimo 24 novembre - ha solo il nome. Chi può essere contro le famiglie? Praticamente nessuno. Nella sostanza però la ricetta proposta dall’UDC si rivela piuttosto indigesta: sgravi fiscali ad annaffiatoio, che favoriscono soprattutto i redditi alti, e meno entrate per Confederazione, Cantoni e Comuni. Le stime indicano una perdita di 390 milioni di entrate annue per la Confederazione e 1 miliardo per cantoni e comuni. Il Canton Ticino perderebbe circa 18 milioni e altri 14 i comuni ticinesi.

 

Minori entrate corrispondono ovviamente a minori prestazioni, sovente in campo ambientale e sociale. Il preventivo 2014 del Canton Ticino non sfugge a questa regola, visto che tra le misure di risparmio proposte figura la riduzione dei sussidi per le casse malati. Il bastone dei tagli alla spesa colpirà in particolare i ceti meno abbienti.

 

Chi beneficerà maggiormente degli sgravi proposti dall’iniziativa? Quelle famiglie con un solo reddito medio che tirano la cinghia e già pagano poche tasse o nulla, oppure quelle famiglie il cui reddito unico è talmente elevato da permettere loro comunque una vita agiata e quindi pagano le tasse? Lascio riflettere a voi su chi riceverà la carota più grande.

 

E non finisce qui. I promotori dell’iniziativa e lo stesso Consiglio federale, intendono applicare i nuovi sgravi solo se uno dei coniugi rinuncia all’attività lavorativa per accudire i figli. Ora, malgrado la legge non specifichi chi dei partner debba rimanere a casa, sappiamo benissimo che nella stragrande maggioranza dei casi sarebbe la donna. Questa visione, che vorrebbe premiare la donna che rinuncia al lavoro per dedicarsi alla famiglia, corrisponde sicuramente agli ideali dell’UDC, ma non è l’unico modello possibile. Mi chiedo quindi perché negare gli sgravi alle famiglie dove entrambi i coniugi scelgono di lavorare a tempo parziale per accudire i figli. Eppure questo è un modello di famiglia sempre più diffuso nella nostra società, e che – fatto non trascurabile – non crea problemi di rientro nel mondo del lavoro una volta che i figli abbandonano il nido di casa. Il coniuge che invece rinuncia completamente a un’attività retributiva si troverà in grande difficoltà se vorrà – per scelta o per necessità - rientrare nel mondo del lavoro. Eppure l’UDC, con questa iniziativa, insiste sul modello di un coniuge a pieno tempo nel lavoro e uno pure a tempo pieno ad accudire i figli.

 

Educare i figli è un compito sicuramente nobile. La legge attuale in materia di deduzioni fiscali è discutibile e da migliorare. Esistono molti modi per premiare chi si dedica ai figli, ad esempio riconoscendo un bonus educativo sulle rendite AVS a chi ha rinunciato a parte del reddito per accudire i propri figli. Di sicuro quello proposto dall’iniziativa UDC a sostegno delle famiglie è un modo antisociale e discriminatorio. Invito pertanto a votare no il prossimo 24 novembre.

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