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L'OSPITEIl futuro del Cantone: Lavoro ai residenti e connessioni moderne

16.03.20 - 16:34
Luca Campana candidato al PPD al consiglio comunale di Lugano
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Il futuro del Cantone: Lavoro ai residenti e connessioni moderne
Luca Campana candidato al PPD al consiglio comunale di Lugano

Purtroppo, la pandemia è arrivata anche da noi con tutta la sua forza e la sua "irruenza", ha così avuto modo di renderci nudi davanti ai nostri limiti e alle nostre incongruenze sia sociali che economico-politiche.

Nel giro di vite di pochi giorni siamo passati da una normale situazione ad una al limite tra film apocalittico e quello di Thriller a causa di un "esserino" che neanche riusciamo a vedere, ma che oltre ad ogni modo riesce ad insinuarsi nel nostro organismo e coglie pure al sentirlo nominare istinti primordiali cognitivi del classico "attacca o fuggi", che si riversano a volte impropriamente su commenti Social verso il nostro virtuale oppositore, volte mostrando il peggio di noi stessi, ma è sola paura.

Ci si è trovati impreparati quando abbiamo recepito che il problema dalle zone rosse lombarde ci avrebbe probabilmente raggiunto grazie alle migliaia di frontalieri che tutti i giorni si riversano sul nostro territorio per contribuire al nostro tenore di vita.

Chiuse molte attività, ci si è ben presto resi conto che un miglior "approvvigionamento" di lavoratori residenti potrebbe rendere il Cantone più sostenibile nei termini di sicurezza interna che di sentimento patriottico verso il proprio paese.

Anche gli ospedali tutto di un tratto e per ovvie ragioni si sono attivati per cercare il lavoratore residente, forse, in un prossimo futuro e con buona voglia, lavorando di intenti tra il settore scolastico e quello aziendale si potrebbe trovare maggiore intesa con le nostrane leve. Rendendo il numero di quelli che vengono da fuori più minuto.

Ovvio che ci si confronterà con assunzioni estere di personale qualificato e di difficile reperibilità nel nostro bel Cantone, per tanti altri casi invece, sembra solo non aver voglia di vedere ciò che risulta a tutti; che il lavoratore ticinese ha sì voglia di lavorare ed impegnarsi, ma a giuste condizioni. Parlo soprattutto delle aziende produttive.

Pure grandi gruppi finanziari e commerciali del terziario si sono trovati a prendere seri provvedimenti demandando il lavoro da casa ai propri funzionari, per altri e provenienti da oltre confine e a titolo precauzionale sono stati presi provvedimenti atti a cautelativamente esonerare dal lavoro (con quali ripercussioni sullo stipendio purtroppo non è dato a sapere).

Ci si è resi conto inoltre che il lavoro da casa è un utile avversario contro questa insana situazione e che connessioni migliori e veloci grazie alla dorsale di fibre ottiche in tutto il Cantone rappresentano d'importanza strategica essenziale.

Lo Smart working che con il telelavoro rappresenta il futuro e presuppone molteplici aspetti espletati al proprio lavoro e che però richiedono un cambio di mentalità radicale strutturale-logistico, vanno approfonditi da tutti i competitors, soprattutto per quelle aziende ancora troppo radicate nella vetusta e maturata mentalità del capoufficio assiduamente presente a controllare la performance dell'impiegato e sottoposto, un paradosso nel concetto di produzione da parte del Management, che infatti; oltre che dimostrarsi dinamica risulta più produttiva in quanto il lavoratore a casa produce di più e soprattutto meglio riuscendo innanzitutto a coprire i fabbisogni personali, famigliari con quelli del lavoro.

Un cambio di paradigma nel lavoro sembra un'opportunità di crescita per tutti quanti, speriamo infatti, che lasciatoci alle spalle questo tremendo Corona virus si lavori insieme, sia a livello politico che economico, per rendere più solido il sodalizio tra cittadino ed il proprio paese rendendoci più forti anche alle prossime possibili calamità e gettando uno sguardo ad un futuro digitale che ci aspetta e a cui noi tenderemo la mano. 

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