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L'OSPITELa scuola che verrà: non dimentichiamo la formazione professionale

29.03.19 - 17:00
Giovanni Pedrozzi, Candidato del PPD al Gran Consiglio
La scuola che verrà: non dimentichiamo la formazione professionale
Giovanni Pedrozzi, Candidato del PPD al Gran Consiglio

L’anno scorso sono stati scritti fiumi di parole sulla riforma delle scuole medie, ma il popolo sovrano l’ha respinta in votazione. Dopo il 7 aprile i lavori e le discussioni riprenderanno.

Sarà un motivo culturale, ma in Ticino, come anche a Ginevra, i genitori spingono i loro figli a frequentare il liceo, come se altri indirizzi scolastici fossero meno formativi. Questi due cantoni hanno in percentuale il record di studenti liceali, ma hanno anche il record di laureati disoccupati (all'Università di Ginevra il 9,6% e alla Svizzera italiana il 7%). Invece nella Svizzera tedesca, dove l’apprendistato non è considerato una seconda scelta, i disoccupati laureati variano dal 1.7 al 2.8%.

Altra considerazione: la Camera di Commercio del Canton Ticino nel 2018 ha svolto un sondaggio tra i suoi associati (ulteriori informazioni su giovannipedrozzi.ch), chiedendo quali siano le misure più importanti per migliorare i loro affari. Al primo posto si risponde di migliorare i percorsi formativi, al secondo aumentare la formazione continua e al terzo favorire la manodopera indigena. Attenzione a questi dati: il 27% delle aziende ha difficoltà nel reclutare personale qualificato, il 22% si sente per lo stesso motivo penalizzato e il 29% valuta la delocalizzazione.

Da ragazzo ho svolto l’apprendistato. Mi ha insegnato un mestiere, manualità e ad assumermi impegni e responsabilità sin da giovane. Ne ho benificiato durante gli studi al Politecnico in quanto quello che studiavo lo avevo già messo in pratica durante l’apprendistato, e mi torna utile anche adesso sul lavoro grazie a un approccio più pratico e pragmatico nell’affrontare i problemi. Personamente consiglio di preferire la formazione professionale al liceo.

Gli esempi di persone ticinesi di successo che hanno inziato la loro formazione con un apprendistato sono numerose: da Sergio Ermotti all’architetto Mario Botta. Conosco diversi titolari di studi d’ingegneria, in particolare nel campo dell’impiantistica, dell’elettrotecnica o delle energie rinnovabili, che faticano nel trovare apprendisti ticinesi. Si tratta di ottimi posti di lavoro con buoni salari e che permettono di fare carriera.

Concordo sulla necessità di riformare le scuole medie, ma non dimentichiamo la formazione professionale e soprattuto i bisogni della nostra economia. La scuola deve formare persone che possano trovare posti di lavori e non disoccupati. Ricordiamo che la maturità professionale, oltre ad offrire nell’immediato interessanti sbocchi professionali, permette di accedere a tutti gli studi superiori.

 

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